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De Benedetti: "Le primarie? Pessima idea". Poi boccia Bersani: "Al governo vorrei ancora Monti"

Bersani e De Benedetti

L'editore di Repubblica: "Tutto questo casino nel partito a sei mesi dal voto non porta grandi frutti". Sul Professore: "Deve continuare il suo lavoro"

Andrea Tempestini
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  Povero Pd, povero Pier Luigi Bersani. Nel giorno in cui il segretario democratico si riempie la bocca di paroloni ("Abbiamo fatto un capolavoro di democrazia", ha commentato al termine dell'assemblea del partito che ha deciso la modifica dello Statuto per far partecipare Renzi alle primarie), la presunta tessera numero 1 del partito, l'Ingegner Carlo De Benedetti, editore del quotidiano di famiglia, La Repubblica, lo boccia (quasi) senza appello. "Se fossi stato Bersani non avrei fatto le primarie", ha commentato tranchant all'incontro con gli studenti del Collegio di Milano. "Lo statuto del Pd - ha spiegato - prevede che il segretario sia il candidato premier alle successive elezioni. A sei mesi dalle elezioni tutto questo gran bordello non mi sembra che porti grandi frutti".  L'endorsment - Che De Benedetti, da tempo, sia piuttosto critico con la linea del Partito Democratico (del quale, ribadisce, "non ho mai avuto la tessera", anche se "non ho alcuna difficoltà a dire che alle ultime elezioni, e anche alle penultime, lo ho votato") non è una novità. Negli ultimi mesi ha bocciato in diverse occasioni l'operato di Bersani, tanto che si vociferava di un "partito-Repubblica" animato da Roberto Saviano e sorretto da alcune liste civiche. E, anche oggi, sabato 6 ottobre, nei confronti di Bersani arriva una mazzata indiretta, ma pesantissima. Chi vorrebbe, De Benedetti, al governo nella prossima legislatura? Semplice, Mario Monti. "Mi auspico un secondo mandato per il presidente del Consilgio Monti", ha spiegato. "Il mondo oggi non capirebbe se Monti non continuasse nel suo lavoro". Bersani, insomma, dovrebbe farsi da parte. O meglio, correre alle elezioni, possibilmente vincerle, e quindi rimettere il suo mandato in mano al Professore. Da De Benedetti, in definitiva, è arrivata l'ennesima scomunica al leader del Pd.  

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