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Silvio vola a Mosca per festeggiare i 60 anni dell'amico Putin

Il Cavaliere come ogni anno farà gli auguri di persona allo "zar"

Eliana Giusto
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Silvio Berlusconi decollerà domani, domenica 7 ottobre, direzione Mosca, per partecipare alla festa di compleanno di Vladimir Putin, presidente della Federazione russa e amico personale. Non ha quasi mai fatto mancare la sua presenza, il Cavaliere, e non lo farà certamente quest'anno, essendo libero da impegni istituzionali.  L'amicizia con lo “zar” è di antica data. Politica, economia e business il filo rosso che li ha sempre uniti. A partire dallo storico vertice di Pratica di Mare (maggio 2002), con la firma dell'accordo tra la Nato e la Federazione russa. Ma anche la passione per il mare, quello di Sochi per il capo del Cremlino, e quello sardo di Villa Certosa  per il Cavaliere. Molti gli episodi che hanno segnato il loro rapporto più che decennale: dalla foto in colbacco alla gaffe del mitra mimato con le mani in conferenza stampa. L'ultimo incontro tra i due leader risale ai primi dell'agosto scorso, sotto il sole del Mar Nero. Qualche mese prima, il 7 maggio, l'ex premier era in terra russa, tra gli ospiti vip alla cerimonia di insediamento al Cremlino di Putin, mentre dall'Italia giungevano i risultati delle elezioni amministrative, dove il Pdl incassò una sonora sconfitta. In quella occasione il Cavaliere ebbe il tempo anche per assistere a una partita di hockey (all'arena Megasport di Mosca) in cui giocava il neo presidente russo, che vestiva la maglia della Lega degli amatori russi. Un'altra visita privata, stavolta a Sochi, c'è stata lo scorso marzo. Con tanto di foto che ritraggono Silvio, Vladimir e Dmitri Medvedev sulla neve di Krasnaja Poliana, località che nel 2014 ospiterà le Olimpiadi invernali.  Certamente lo scatto più famoso resta quello dove i due leader sfoggiano un pesante colbacco di pelliccia per coprirsi dal freddo polare (21 gradi sotto zero), durante una cena nella foresta di Zavidovo (era il febbraio del 2003): in quel momento il problema centrale era la crisi irachena, la prospettiva di un conflitto imminente e dopo un giro di consultazioni tra Londra e Washington, Berlusconi aveva l'incarico di mediare con il leader russo. 

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