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Monti fa il BerlusconiSilvio rottama il Pdl

Lucia Esposito
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Monti fa il Berlusconi, ed è già in campagna elettorale anche se sulla sua discesa in campo non ha mai parlato chiaramente. Giovedì 4 ottobre, con un tempismo quantomeno sospetto ha annunciato: "Entro la fine della legislatura non escludo che si possa individuare un percorso, anche soltanto per una prima tappa, di riduzione del carico fiscale". Il Professore vuole abbassare le tasse? Possibile? Difficile crederlo, anche perché i tecnici dei ministeri sono affannati nello stendere una (difficile) road map con cui scongiurare l'ulteriore aumento dell'Iva. Annuncio elettorale? Sarebbe complesso pensarla diversamente. Un paio d'ore dopo, arriva la smentita direttamente da Palazzo Chigi: "Mai parlato di taglio delle tasse entro la fine di questa legislatura".  Una spiegazione possibile è che il professore tornerà in gioco, in un modo o nell'altro, subito dopo le urne. Parallelamente Silvio Berlusconi, anche lui finora ondivago rispetto alla prossima tornata elettorale, pare intenzionato a rottamare il Pdl. La parola d'ordine è "reset", rinnovare,  ripartire da zero.  Di seguito una sintesi dell'articolo di Salvatore Dama sul progetto di Silvio Berlusconi (la versione integrale su Libero in edicola venerdì 5 ottobre 2012).    Allo stato l'unica certezza è che il Pdl va verso lo scioglimento. Succederà a dicembre. C'è chi già azzarda una data, il 5 del mese. Saranno riuniti gli organi statutati e fatto il funerale. Vita breve ma intensa, per il Popolo della Libertà. Partito a razzo,  ha toccato alle Politiche del 2008 quasi il 40 per cento arrivando a essere la lista più votata della Seconda Repubblica. Ma poi s'è spompato elezione dopo elezione. Parabola parallela a quella di Silvio Berlusconi. Che tuttavia attribuisce gli insuccessi al brand, non al declino della sua leadership.  È vero che la fusione tra Forza Italia e Alleanza nazionale alla lunga non è stata una buona idea. E l'altra sera a Palazzo Grazioli si è celebrato forse l'epilogo di quella unione che sulla carta sembrava così naturale. La discussione ha toccato toni aspri. Ultimativi. E non è stata solo post-missini versus forzisti. Raccontano che a un certo punto Angelino Alfano si sia vestito di carattere chiedendo a Berlusconi di dichiarare i suoi progetti: d'accordo la rifondazione del centrodestra, ma tutti insieme. L'incubo della nomenklatura è che Silvio abbia ancora in testa l'idea della lista personale lasciando quel che resta del Pdl, la bad company, all'attuale dirigenza. Un discorso che potrebbe funzionare se dovesse passare una legge elettorale che lasci in piedi le coalizioni. E la seconda bozza Calderoli va in questo senso. Piace. Altrimenti, più semplicemente, si farà il funerale al partito attuale e se ne battezzerà uno nuovo. Gli ex An? Silvio si è sforzato di sentire le loro ragioni. Ma non intende assecondarne le paturnie: «Tanto non vanno da nessuna parte, non hanno i soldi per fare la campagna elettorale». Dunque farà come al solito, il Cavaliere. Prenderà le decisioni da solo: chi lo ama lo segue.    

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