Notte di tensione tra ex An e azzurri
E Berlusconi si lamenta: "Si azzuffano mentre qui viene giù tutto, ma non si rendono conto?"
di Salvatore Dama A cena - dove sono affiorate tutte le tensioni che attraversano il Pdl in questi giorni - ha ascoltato le lamentele di tutti, simulando anche interesse in alcuni passaggi. Ma la verità, Silvio Berlusconi, l'ha raccontata nel pomeriggio agli ospiti ricevuti per gli auguri di compleanno postumi (il 29 settembre il Cavaliere era in Provenza). L'ex premier osserva da lontano i litigi tra dirigenti di partito. Prova disappunto: «Si azzuffano mentre qui viene giù tutto, ma non si rendono conto?». Lui vuole provare a tenere tutti insieme sotto lo stesso tetto. Vuole far ragionare i suoi dirigenti, ma non ha intenzione di pregare nessuno: «Non mi faccio imporre decisioni, né accetto ricatti». E se qualcuno degli ex An decide di andare per la sua strada, amen. Poco male. La rissa continua tra i colonnelli dà a Berlusconi l'alibi che cercava per asfaltare un partito in crisi di identità, consenso e credibilità. Il Pdl gli è venuto male, una ciambella senza buco. Meglio riprovare. Però la domanda è: Silvio ci vuole riprovare? Ieri, differentemente dal passato, Berlusconi è apparso più motivato. L'impegno politico non finisce qui, ha fatto capire, anche se rimane il dubbio circa la sua candidatura diretta. Ma, o lui o un nome “terzo”, il Cavaliere continuerà a essere della partita. Un dato è certo: «Il Pdl è moribondo, non possiamo avere opportunità di vittoria con un partito messo così. E io voglio fare di tutto pur di non consegnare il Paese alla sinistra». Il Cavaliere ha pronta una lista civica nazionale sul modello di un partito leggero senza strutture territoriali. E soprattutto il più profondo ricambio generazionale dal '94 a oggi. In questo quadro Silvio non scarta l'ipotesi della scissione dolce, tale da far tornare il centrodestra al suo modulo originario, con An e Forza Italia. I colonnelli della fu Alleanza nazionale non hanno unanimità di vedute sull'argomento. Riunioni su riunioni, tra martedì notte e ieri, non sono servite a trovare una posizione comune. Nel frattempo a via dell'Umiltà si apre il dossier sulle Regioni in bilico. Ieri Alfano ha ricevuto la dimissionaria Polverini , il governatore della Calabria Scopelliti, i coordinatori di Campania e Lombardia Cosentino e Mantovani. Il caos Lazio rischia di contagiare il partito in altre Regioni. Altro motivo che potrebbe accelerare la rivoluzione berlusconiana. Che arriverà in ogni caso entro dicembre. Il tempo stringe, le elezioni si avvicinano.