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Condannati non eleggibili "già dalla prossime elezioni"

Se si arrivasse subito all'approvazione al Senato e alla Camera delle norme sull'incandidabilità, in Lazio si potrebbe votare con il decreto già scritto

Eliana Giusto
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Fuori i condannati dal Parlamento. Il ministro della Giustizia Paola Severino, riportava oggi, mercoledì 3 ottobre, La Repubblica, sta accellerando per approvare le delega sull'incandidabilità entro dicembre. Chi ha commesso reati ed è stato giudicato colpevole non può diventare ministro o sottosegretario. E in giornata, intervistato dall'agenzia Agi, il ministro della Pubblica Amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ha confermato la volontà del governo di anticipare i decreti attuativi che rendono operativa la norma sull'ineleggibilità dei condannati con sentenza passata in giudicato. Nel dettaglio, c'è un impegno da parte dell'esecutivo ad attuare la delega in tempo utile perché possa essere applicata già alle prossime elezioni. Severino: "Fare in fretta" - Sul tema è intervenuta anche la Severino, che ha fatto sapere che "c'è un termine che deve essere riempito" poiché la delega a termine ha un tempo massimo. Il ministro della Giustizia è convinto che "ci sia un fortissmo impegno perché, appena ultimata la legge anticorruzione, questa delega possa essere riempita nei tempi più brevi possibili". La richiesta è stata avanzata, a Palazzo Madama, dalla capogruppo democratico in commissione Giustizia, Silvia della Monica, che ha presentato un emendamento al ddl corruzione perché i decreti vengano approvati entro un mese e non entro un anno. Non si può escludere che l'emendamento venga converito in ordine del giorno. L'esecutivo sarebbe orientato a dare il suo conesenso senza però indicare una tempistica così precisa. In ogni caso si vuole che la norma sia già applicabile per le prossime elezioni politiche, ossia per la prossima primavera. Onorevoli condannati - In Parlamento ci sono ventisei onorevoli condannati definitivamente, l'obiettivo di Patroni Griffi è di far partire la legge delega a ridosso del voto anti-corruzione. In sostanza, se al Senato il testo passasse entro la fine di ottobre come garantito dal presidente Schifani e se la Camera riuscisse a bruciare  tempi e il governo da parte sua fosse pronto subito col decreto legislativo sulle liste pulite, si potrebbe già votare per la Regione Lazio con il decreto già scritto. 

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