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Legge elettorale: spunta la bozza di Calderoli, l'uomo del Porcellum

Sarà l'ex ministro leghista a "mediare" tra Pdl e Pd. Il modello è quello spagnolo, resta il nodo del premio di maggioranza

Giulio Bucchi
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Il futuro del Pdl? Dipende da Roberto Calderoli. L'ex ministro leghista sarà "l'operatore di mediazione", come l'ha definito l'azzurro Lucio Malan, della riforma della legge elettorale. In poche parole, l'uomo che nel 2006 mise a punto il tanto bistrattato Porcellum ora dovrà trovarne il rimedio, l'antidoto, il sostituto. Se da un lato nessuno più di lui può conoscere i difetti di quel sistema, dall'altro resta il dubbio: giusto affidarsi al rubicondo Roberto per fondare la Terza Repubblica? Nodo premio di maggioranza - La bozza di Calderoli in mano agli uomini del Pdl è una versione riveduta e corretta del sistema spagnolo: piccoli collegi, piccole liste e vantaggi sensibili per partiti grandi e concentrati in una porzione di territorio (e in questo caso sarebbe un vantaggio proprio per la Lega). Resta il nodo del premio di maggioranza. Calderoli avrebbe messo a punto un "premio di governabilità" per la prima coalizione: con il 45% o più dei voti si conquista il 55% dei seggi alla Camera e al Senato. Altrimenti, il primo partito si aggiudica comunque un "premio di aggregazione" di appena il 5 per cento. Ipotesi, quest'ultima, assai verosimile visto che al momento l'eventuale coalizione Pd-Sel (la favorita, anche se tutta da definire) difficilmente raggiungerebbe il 40 per cento. Per questo dal fronte democratico le prime reazioni sono state di freddezza. Ecco perché Lega e Pdl si preparano alla contromossa: se non passa la riforma Calderoli azzurri e verdi torneranno insieme, almeno al Senato, per sbarrare la strada alla sinistra.

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