Anticorruzione, gli emendamenti del Pdlper tutelare il Cav nel caso Ruby
Tra le modifiche richieste un cambiamento nel reato di concussione che dovrebbe configurarsi solo se si ottiene una pubblica utilità
Sono in tutto tregli emendamenti al ddl anticorruzione che potrebbero incidere sul processo Ruby in cui è coinvolto l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sul tavolo della commissione Giustizia del Senato li hanno presentati i senatori del Pdl Montagna-Galloni. Il nodo, però, spiegano alcuni parlamentari, è la specificazione che il reato di concussione si determina nel momento in cui si ottiene una utilità patrimoniale, come previsto alla Camera dal deputato Paolo Francesco Sisto. Attualmente, l'articolo 317 del Codice penale prevede che, invece, sia punibile il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, abusando delle sue qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro o altra utilità. La pena prevista è la reclusione da 4 a 12 anni. Le modifiche In questa direzione va uno degli emendamenti presentati che, con altre due proposte di modifica, chiedono di restringere il campo penalè della concussione. Non solo chiedono di sostituire il termine indebitamente con illecitamente, circoscrivendo in modo più radicale l'ipotesi di reato ma domandano anche, secondo quanto viene riferito, che al verbo indurre si sostituisca determinare. "Oltre alle specificazioni che restringono il campo", commenta il capogruppo dell'Idv in commissione Giustizia al Senato Luigi Li Gotti, "il colpo finale" è l'aggiunta della definizione "patrimoniale". Leggendo sul blog del senatore Li Gotti, noto avvocato penalista, si sottolinea: "è da gran tempo che il problema della corruzione è posto all'ordine del giorno. Il nostro Paese è appestato dal disprezzo per la pubblica amministrazione, considerata una realtà" dove si possono "cambiare le cose, deviando dalla correttezza, per ottenere illeciti vantaggi". La corruzione e i reati connessi frenano "l'economia e condizionano la crescita: in breve impoveriscono il Paese e arrischiscono i disonesti. A parole sono tutti indignati e la politica è 'in testà, nel denunziare la patologia e proporre rimedi indifferibili ed energici. Ma domina, come spesso accade, una grande ipocrisia. Il Pdl ha presentato una richiesta di modifica che la dice, spregiudicatamente, lunga". Pd sul piede di guerra "Io credo che il provvedimento sulla corruzione, sebbene il testo non sia completamente soddisfacente, vada approvato così com'è arrivato dalla Camera, anche con il voto di fiducia". Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd. "Mi pare invece - ha aggiunto- che ogni giorno che passa sorga un impedimento e mi chiedo se il vero problema per cui il Pdl è così ostile a questo testo è davvero nel traffico di influenza illecita o in un'altra norma o se invece la questione centrale non sia nel regime di incandidabilità e incompatibilità per coloro i quali hanno i problemi con la giustizia. Io ripeto: noi abbiamo la necessità assoluta di approvare questo provvedimento, per la ragione che aggiungeremmo un altro mattone alla ricostruzione della competitività dell'Italia, della sua capacità di porsi come un paese serio e attrattivo per gli investimenti stranieri". "La corruzione costa al Paese 60 miliardi all'anno. Il provvedimento contro la corruzione va approvato al più presto possibile e non dobbiamo dare tempo a nessuno di giocare con un tema così delicato, complesso e centrale. In questo momento della storia d'Italia -ha concluso la presidente dei senatori del Pd- non si può giocare con un tema così serio come quello del contrasto alla corruzione". Il ministro Severino "Confido che dalla Commissione Giustizia del Senato esca un testo equilibrato. Ce la metterò tutta". E' l'auspicio espresso dal ministro della Giustizia, Paola Severino, sul ddl anticorruzione, che oggi, martedìì 2 ottobre, torna all'esame della Commissione di Palazzo Madama. Il Guardasigilli ha detto di avere letto gli emendamenti e, rispondendo a una domanda su quelli presentati dal Pdl ribattezzati "salva Ruby", al termine del suo intervento a un dibattito della Fnsi sulla diffamazione, ha ribadito: "Ho parlato di un testo equilibrato. C'è il mio impegno a rimodulare le fattispecie di traffico di influenze illecite e corruzione tra privati, per arrivare a un testo migliore. Il resto è dibattito". Il ministro è poi tornata ad assicurare il rispetto di tempi rapidi per l'approvazione del testo e, sull'ipotesi di porre la fiducia al Senato, ha ripetuto: "Innanzitutto è fondamentale che dalla Commissione venga fuori un testo corretto. Vedremo poi ciò che accadrà in Aula". "Tutte le leggi nascono da un dibattito parlamentare -ha sottolineato Severino- e io considero questo dibattito non in senso peggiorativo".