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Vendola non fa sconti a Bersani: anche Nichi alle primarie della sinistra

Giulio Bucchi
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Pierluigi Bersani si rassegni: nemmeno Nichi Vendola gli farà sconti. Il governatore della Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà ha sciolto il nodo sulla sua sfida al Pd all'interno del centrosinistra, e lo ha fatto con un messaggio affidato al web: "Accetto la sfida per vincerla per scacciare il fantasma del Monti bis e trasformare le primarie da ennesima faida di partito a occasione di svolta per il Paese", dice Vendola. Nichi correrà contro il sindaco rottamatore di Firenze Matteo Renzi e l'assessore (centrista) di Pisapia a Milano Bruno Tabacci. Insomma, Renzi non sarà più la sola spina nel fianco del segretario democratico, stretto come non mai nella morsa sinistra-centro. Sorge però un intrrogativo: se mai Vendola vincesse le primarie, il centrosinistra si ritroverebbe un candidato premier indagato (il governatore della Puglia è coinvolto nell'inchiesta sulla sanità della sua regione). Brutta partenza per chi, a sinistra, da sempre si spaccia per la forza moralizzatrice della politica italiana. Partito spaccato - L'annuncio di Vendola è arrivato al termine di un dibattito serrato non solo nel centrosinistra, ma anche all'interno dello stesso movimento. Nei giorni scorsi, sempre sul web, è partito un movimento di comitati spontanei 'per Vendola presidente' in diverse Regioni. "Noi ci candidiamo, fallo anche tu", è lo slogan scelto dai sostenitori del leader di Sel. Ma nel partito emergono anche posizioni diverse. Domenica, durante una riunione a Roma, alcune centinaia di militanti e iscritti (circa 200 persone) si sono riuniti in assemblea per esprimere le loro perplessità sulle prospettive di Sel. La riunione, inizialmente convocata da alcuni rappresentanti della federazione romana, è stata l'occasione per ribadire le i dubbi sulla decisione di allearsi con il Pd. "Abbiamo posto il problema della compatibilità delle nostre proposte all'interno di una eventuale alleanza con il Pd", dice Alfonso Gianni. "Come possiamo essere contrari al 'fiscal compact' o alla liquidazione dell'articolo 18 dello Statuto se ci alleiamo con il partito che quei provvedimenti li ha votati?". "Ovvio che se Vendola come sembra deciderà di correre si aprirà qualche problema anche dal punto di vista elettorale - continua Gianni -. Ma noi siamo legati al progetto di Sel, lavoriamo per questo progetto e non saremo certo noi ad abbandonare la nave adesso". "Sì al Pd" - All'assemblea dei 'dissidenti' (termine comunque respinto dai partecipanti), era presente anche Nicola Fratoianni, uomo molto vicino al leader di Sel che ha definito "molto positivo il confronto, noi vogliamo ascoltare e interloquire". Fonti della dirigenza di Sel però, pur premettendo che è "assolutamente legittimo che ci sia una discussione", definiscono "velleitarie" le posizioni di chi chiede che si vada avanti in autonomia. "L'alleanza con il Pd è decisiva - aggiungono le stesse fonti - e auto-isolarci in una identità che rischia di non contare nulla renderebbe inutile il nostro impegno. Sel ha la responsabilità di rompere la gabbia del montismo e rendere credibile un'alternativa - è la conclusione - ma questo è possibile solo mettendosi in gioco".  

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