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Passera parla di federalismo e conquista i leghisti

Applausi per il ministro dello Sviluppo economico agli Stati Generali del Carroccio

Nicoletta Orlandi Posti
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  Corrado Passera 'promosso' al 'question time' della platea di imprenditori degli Stati generali del Nord organizzati dalla Lega. Incalzato da Roberto Maroni, il ministro dello Sviluppo economico ha 'superato' anche l'esame della delegazione del Carroccio, che lo ha applaudito con convinzione quando ha sostenuto che in Italia non è stato ancora realizzato il federalismo di cui "c'è bisogno". Applausi anche quando il ministro ha detto: “Bisogna premiare le amministrazioni virtuose e commissariare sul serio quelle non virtuose per rimetterle a posto. Solo così è possibile riavvicinare i cittadini alle istituzioni”. Il ministro e il segretario dei 'lumbard'si sono incontrati brevemente prima di entrare nella sala dei Cinquecento. Una volta sul palco, dopo i ringraziamenti di rito, Maroni ha ribadito che la Lega valuta negativamente l'operato del governo Monti ("Non ha fatto gli interessi del Nord"), anche se, ha aggiunto rivolto a Passera, sa "distinguere chi all'interno dell'esecutivo sa assumere impegni per lo sviluppo e chi ha altre preoccupazioni". E riguardo alla Fornero Maroni ha detto: Maroni ha poi detto a Passera: "Dica alla sua collega Fornero di ritirare quell'obbrobrio di riforma del lavoro, che irrigidisce la flessibilità in in ingresso e in tempi di crisi è esattamente l'opposto di quello che deve esserci".  Dopo l'intesa iniziale, durante il dibattito c'è stata qualche schermaglia amichevole tra Maroni e Passera, che, sul ruolo delle banche e le previsioni sull'andamento del Pil, hanno opinioni assai divergenti. "I soldi della Bce sono rimasti alla banche e non sono andati alle imprese", ha obiettato il leader leghista dopo che il ministro aveva spiegato modalità e motivazioni con cui Francoforte ha finanziato gli istituti di credito italiani. "Non è il processo del lunedì al ministro Passera", ha però aggiunto Maroni 'stoppando' l'entusiasmo della platea alle sue critiche. "Conosco Passera, ci diamo del 'lei', qui, ma in privato no, io ho apprezzato il suo lavoro alle Poste".  Altro siparietto sul federalismo. Maroni ha più volte incalzato il ministro a esprimere un parere sulla proposta di legge di iniziativa popolare presentata dalla Lega per la costituzione di un'euro-regione del Nord, sottoposta a un regime fiscale autonomo nel quale il 75 per cento dei proventi delle tasse rimangano sul territorio. "Sei d'accordo con la nostra proposta?", ha chiesto al ministro. "Su questo non posso replicare", si è trincerato Passera. "No, devi dire che sei d'accordo", ha insistito Maroni. "Sulla percentuale non te lo posso dire ... Poi uno lo paga per il resto della vita ...", ha scherzato il ministro, schivando le insistenze del leghista. Che è riuscito a placare Maroni solo con la sua affermazione di realizzare il "federalismo di cui l'Italia ha bisogno".  Ultimo 'duetto' in chiusura. "Purtroppo il ministro Passera ci deve lasciare, temporaneamente, naturalmente", ha scherzato Maroni, "perchè ha altri impegni". Subito corretto da Passera: "Mi è stato detto che avevo a disposizione un'ora, non me ne vado per altri impegni".  

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