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Bersani non vuole il Monti-bisSilvio invece è tentatoMa lui non può candidarsi

L'apertura del premier a un secondo mandato ha scatenato molte polemiche: ecco chi è contrario e chi, invece, caldeggia l'ipotesi

Lucia Esposito
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  Il presidente del Consiglio Mario Monti, parlando a New York, ha detto che non intende candidarsi ma ha poi precisato che si mette a disposizione del Paese se le forze politiche glielo dovessero chiedere. L'apertura al Monti-bis da parte del premier ha scatenato moltissime reazioni politiche. Prima tra tutte quella del leader del Pd Pierluigi Bersani che, da Salerno, ha precisato che quella di Monti è "una grande personalità, nessuno di noi si auguri che vada in pensione o torni alla Bocconi. Se mi dicono che deve dare una mano vado a nozze: non dimentichiamo che è stato grazie a lui che siamo riusciti a chiudere l'era berlusconiana. Il centrosinistra deve dire al mondo che l'immagine di credibilità e di rigore che Monti è riuscito a ridare al Paese rappresentano il punto di non ritorno. Noi ci mettiamo solo più lavoro, più equità, più diritti". Ma dopo questo preambolo, arriva lo stop: ""Monti, se vuole continuare a governare, deve avere una maggioranza politica. Andare avanti così non è possibile". Berlusconi, invece, è tentato dall'ipotesi di un Monti-bis. Non la caldeggia, ma neanche la boccia. "Ci sono le elezioni e non sappiamo nemmeno con che legge elettorale voteremo", dice Silvio Berlusconi che spera in un candidato moderato e nelle ultime settimane, accanto al nome di Luca Cordero di Montezemolo, serpeggia anche quello di Monti. Diciamo che, per ora, l'atteggiamento di Silvio è attendista.  Il fronte del no Entusiasta, com'era prevedibile, appare invece  Pier Ferdinando Casini. "Le liste che presenteremo alle elezioni  chiederanno agli italiani di richiamare Monti in   servizio effettivo permanente". Il leader centrista invita poi Pdl e   Pd, i partner di questa strana maggioranza a siglare un documento   prima delle elezioni in cui si garantisce che si andrà avanti con   l'agenda Monti. Casini propone "una dichiarazione d'intenti comune che  rassicuri" gli attori internazionali e gli italiani sul fatto che "il   lavoro iniziato, proseguirà anche nella prossima legislatura".    Ma al di là delle dichiarazioni pubbliche, l'apertura di Monti   rischia di avere grosse ripercussioni sia sulla costruzione delle   alleanze sia sul percorso delle primarie. Di certo rinsalda la  rabbià dell'opposizione. La Lega Nord è sul piede di guerra con   Roberto Calderoli che ironico afferma: “  Adesso capisco - accusa il 'lumbard'- perchè la presidenza   del Senato dichiarò inammissibile il mio ordine del giorno in cui si   impegnavano Monti e i membri del suo governo a non presentarsi alle   prossime elezioni politiche. Le bugie come sempre hanno le gambe corte  La Lega, in ogni caso, non starà mai nè con Monti, visto che ha   demolito il Nord, nè con chiunque abbia sostenuto o vorrà sostenere  questo governo Monti o un Monti bis". Tranchant il commento di Antonio Di Pietro: "Solo nelle dittature si può governare senza il voto dei cittadini. Ma che ci azzecca in una democrazia l'idea che qualcuno voglia governare il Paese senza chiedere l'autorizzazione ai cittadini per poterlo fare. Per questa ragione diciamo a Monti che se vuole governare si candidi e diciamo ai cittadini di non votarlo perchè egli - ha concluso - pensa a far quadrare i conti senza guardare a chi il conto lo paga" Candidatura impossibile Il vero punto è che Mario Monti non può candidarsi. Nonostante da settimane tanti glielo chiedano, il premier non può candidarsi per un motivo tecnico: perché non è eletto e non è mai stato eletto. La sua risposta è stata ovvia, com'è ovvio che lui si sia messo a disposizione del Paese se le forze politiche dovessero chiederglielo. Il governo lo fa chi vince le elezioni.   

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