Napolitano vuole svuotare le carceriusando la condanna di Sallusti
Niente decreto-legge sulla diffamazione, ma si punta su indulto e amnistia
Giorgio Napolitano punta il mirino sul reato di diffamazione, sulla legge che disciplina la libertà di stampa, ma spara sul sovraffollamento delle carceri soponsorizzando i provvedimenti di clemenza e alternativa alla detenzione. La vicenda del direttore del Giornale Alessandro Sallusti che è stato condannato a 14 mesi di carcere cade a fagioo per accelerare sulle misure dei clemenza in "questa legislatura ormai arrivata al termine". L'inquilino del Colle, come scrive Barbara Romano su Libero in edicola venerdì 28 venerdì 28 settembre, ha rinnovato l'allarme lanciato a luglio dalle Camere durante un convegno al Senato. Il presidente della Repubblica ha posto l'accento sulla necessità di di uno speciale ricorso alle misure di clemenza. Misure di cui potrebbe beneficiare anche Sallusti a cui la Corte di Cassazione ha sospeso 'esecuzione della sentenza per trenta giorni. L'altra strada è quella di un disegno di legge che mira a depenalizzare il reato di diffamazione ma a mettersi di traverso all'ipotesi di un decreto-legge sarebbe stato proprio il guardasigilli che, temendo di urtare le suscettibilità del Parlamento, è più propensa alla soluzione del disegno di legge che allunga i tempi rispetto al decreto ma in questo caso, come scrive Barbara Romano, sarebbe incardinato su una corsia preferenziale. Se pure il testo non riuscisse a diventare legge entro un mese, scatterebbe il savavita dell'indulto o dell'amnistia richiesti dal capo dello Stato. Una soluzione, questu'ultima che non dispiace neanche a Berlusconi. Il suo unico timore è che diventi uno strumento di baratto da parte del centrosinistra: noi diamo il via libera alla depenalizzazione della diffamazione a mezzo stampa e voi ci date carta bianca sul ddl anticorruzione. Leggi tutti i dettagli nell'articolo di Barbara Romano su Libero in edicola venerdì 28 settembre