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Anche Napolitano vuole la patrimoniale

Giulio Bucchi
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  Tira aria di patrimoniale e a invocare la tassa sui ricchi (quanto ricchi, bisogna stabilirlo) non è più solo la sinistra. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenuto alla presentazione del Rapporto Svimez 2012 sull'economia del Mezzogiorno, ha lanciato il monito: La "politica di rigore deve coinvolgere tutti i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti", avendo come obiettivo "l'urgenza di operare per la ripresa di uno stabile processo di crescita". La crescita, dunque, non può passare se non attraverso le tasse. E a sinistra (dove già secondo Pubblico circola un pizzino per convincere gli indecisi a far riconfermare Napolitano al Quirinale) già si sfregano le mani. Allarme Sud - Nel giorno in cui il rapporto Svimez parla di disoccupazione reale nel Mezzogiorno del 25%, una persona su quattro, e di vera e propria "segregazione occupazionale della donna", il capo del Quirinale non può non esprimere "grande preoccupazione" per il Sud. "E' pertanto evidente l'urgenza di operare per la ripresa di uno stabile processo di crescita, il cui conseguimento resta imprescindibilmente legato anche alla piena mobilitazione di tutte le risorse economiche e sociali del meridione. Questo obiettivo può e deve essere perseguito nel quadro dell'obbligato risanamento dei conti ubblici, attraverso una politica di rigore che deve coinvolgere tutti  i ceti sociali, a cominciare dai più abbienti". Lotta agli scandali - Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato la necessità di maggiore impegno per la lotta alla corruzione: lo chiede l'Europa perché siamo sotto la media degli altri Paesi del Continente. "L'Europa ci chiede un grosso impegno nella lotta alla corruzione perché, come mi ha messo ben in evidenza il segretario dell'Ocse, noi in certe statistiche siamo messi molto male". "Bisogna assolutamente superare questa condizione che è di inferiorità in Europa", ha aggiunto.       

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