Monti l'americano: "Non mi ricandido. Silvio in politica? E' suo diritto"
Il premier oggi parlerà alle Nazioni Unite. Intanto si scatena: "Nel 2013 farò il senatore. L'Italia oggi non è più un problema per l'Europa"
Lui non si candiderà, Berlusconi forse sì e "sarebbe suo diritto". Nel suo tour americano (oggi parlerà alle Nazioni Unite al Palazzo di Vetro), il premier italiano Mario Monti ha modo di parlare della situazione interna. Lo fa in un'intervista a Christian Amanpour, prestigiosa anchorwoman della Cnn. Innanzitutto, il professore ribadisce che nel 2013 lascerà Palazzo Chigi: "Non correrò alle elezioni, sono stato nominato senatore a vita". Un no cortese a chi, come buon ultimo Silvio Berlusconi, aveva considerato il suo nome ma solo in caso di candidatura sulle liste elettorali. Monti non farà il premier, sempre che non glielo impongano gli esiti delle urne: in assenza di maggioranze solide, il prof sarebbe l'opzione preferita da molti anche se non "democraticamente" scelta tramite voto popolare. "Penso che in Italia sia importante che riprenda la vita politica con maggiore senso di responsabiità e maturità", ha continuato Monti che sullo stesso Berlusconi ha usato naturalmente toni assai concilianti: "Non so se deciderà di rientrare nella scena e candidarsi. Questo rientra chiaramente nei suoi diritti". "L'Italia non è più un problema" - Alla Cnn il presidente del Consiglio ha ancora una volta tessuto le lodi del proprio governo, non rincunciando a blandire l'opinione pubblica. Messo di fronte "ad una richiesta senza precedenti di disciplina e sacrifici, il popolo italiano si è comportato in modo altamente responsabile", dimostrando di "capire chiaramente" che tutto ciò va nella direzione di un miglioramento delle loro prospettive future. Grazie alle politiche 'lacrime e sangue', sottolinea Monti al microfono della Amanpour, "abbiamo instaurato i prerequisiti per la crescita", che dovrebbe "riprendere nel prossimo anno". "Ora l'Italia non è più un problema per l'Europa", ha concluso il premier.