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Pdl, operazione trasparenza: basta Fiorito & Co

Giulio Bucchi
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E non se ne vogliono andare. Dimissionari, dimissionati, sbertucciati, ma alla Regione Lazio il richiamo della politica è come quello della foresta: irrinunciabile. Le fatture gonfiate, i rimborsi ai partiti, i soldi pubblici spesi in cene costose, party in maschera di dubbio gusto, vacanze in Sardegna e Suv sono dettagli: tutti i consiglieri, da destra a sinistra passando per il centro, sembra abbiano intenzione di ricandidarsi. Vuoi vedere che alla fine l'unica a restare a terra sarà Renata Polverini, l'ormai ex governatrice che ha promesso prima di andare a casa di fare piazza pulita degli ipocriti? I silenzi del Pd - Gli ipocriti, sosteneva la pugnace Polverini, sono i consiglieri regionali di Pd e Idv, che hanno forzato la mano annunciando (ma non presentando) le proprie dimissioni per far sciogliere l'assemblea regionale. Tutti loro, o quasi, si ripresenteranno nel 2013, quando si tornerà al voto per le regionali, forti della patente (autoassegnatasi) di onesti e guardiani anti-Casta. Peccato che quando ci fosse da votare per garantire maggiori fondi ai partiti anche loro, insieme a Pdl e Udc, fossero in prima fila. Ma il Pd nazionale, naturalmente, non ha criticato i propri rappresentanti in via Pisana per "l'omesso controllo" sulla gestione dei soldi pubblici in Consiglio. Fiorito & Co: gli impresentabili - Nel Pdl, giocoforza, la patata bollente è stata gestita tra clamori mediatici, tra imbarazzi e colpevoli ritardi. Le dimissioni della Polverini hanno seguito quella che la stessa governatrice ha definito "faida interna" al partito, tra i due ex capigruppo Franco Fiorito e Francesco Battistoni, con Er Batman protagonista assoluto dello scandalo. Indagato per peculato a Roma, sentito come testimone a Viterbo per le presunte fatture false realizzate per screditare lo stesso Battistoni, il panciuto Fiorito non rinuncia in tv e con i giornalisti a controbattere e rialzare la cresta: "Se si vota certo che mi ricandido. Non sono un ladro, perché non dovrei farlo?". E Battistoni fa di più: al centro del marasma del Laziogate, rilancia e spera nella poltrona di sindaco di Viterbo. "Me lo meriterei, diciamoci la verità". Già. D'altronde, l'impressione in tutta questa storia è quella di essere di fronte allo specchio perfetto della Casta. Daniela Santanchè ha detto, in un furibondo litigio in tv con Fiorito, di non conoscere molti di questi "squallidi personaggi": "Non sapevo facessero parte del mio partito". E questo è il punto: sconosciuti eppure potentissimi. Scaldapoltrone e pagatissimi. Poltici di professione, quasi per necessità, nella Regione che sta varando tagli per 5 miliardi alla spesa pubblica. Un bel controsenso. La neocapogruppo Pdl Chiara Colosimo, a domanda su una sua ricandidatura, replicava candida: "Per forza, è il mio lavoro ormai". Angelino Alfano, segretario in ambasce, ha garantito che finchè ci sarà lui "Fiorito non si candiderà più nel Pdl". Battaglia giusta, ma tardiva. Alla fine bisogna sperare che sia vero quello che ha ammesso al Corriere della Sera Carlo De Romanis, l'Ulisse del pazzo festino a Cinettà in costume stile Satyricon: "Ricandidarmi? Intanto ci deve essere qualcuno disposto a ricandidarmi...".

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