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Il racconto del summit segreto:il Pdl è un partito smarritoche attende un segnale dal Cav

Silvio Berlusconi

Vertice alla Camera. I Peones azzurri sono preoccupati di perdere la poltrona: "Con la riforma elettorale sarà una strage. E Alfano? Fa quello che può..."

Andrea Tempestini
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"Montecitorio, Corea, il corridoio dietro l'aula in cui più facilmente i parlamentari si incontrano per parlare al riparo di occhi indiscreti. Su un divanetto un deputato e un senatore del Pdl compulsano nervosamente la bozza di accordo con il Pd sulla nuova legge elettorale. Non capiscono bene come funziona: «È come il Mattarellum? Però qui mi sembra il Provincellum! Sarà una strage! Mamma mia, quanto sangue rischia di correre anche in famiglia con un sistema così». I due si alzano, mi fanno cenno chiedendo di avvicinarmi. Uno lo conosco, è un piemontese. L'altro no. Stanno per andare ad una riunione in un'altra stanza con dei colleghi. Sono invitato come uditore. Il patto è che non devo fare il giornalista. Quel che ho sentito merita di essere raccontato, cercherò di rispettare la condizione non attribuendo le frasi a questo o quel deputato. C'erano personaggi di primo piano del Pdl, qualcuno anche con incarichi dirigenziali. E molti peones", racconta il vicedirettore di Libero, Franco Bechis su Libero in edicola oggi. Un racconto esclusivo, un viaggio nelle viscere del partito. E quello che si è capito dal summit "segreto" alla Camera è che il Pdl è smarrito. Gli azzurri attendono soltanto un segnale dal Cav. I peones del partito sono preoccupati di perdere la poltrona: secondo loro sarà la riforma elettorale a fare una strage. E Alfano? "Angelino fa quello che può..." Leggi il racconto completo di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, giovedì 13 settembre

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