Grillo massacra la Fornero "principessa sul pisello"
Un po' principessa sul pisello, un po' Vispa Teresa. Non va leggero Beppe Grillo, quando si tratta si farsi beffe di Elsa Fornero. Fresca di intervento al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, il ministro del Welfare ha parlato a ruota libera di riduzione delle tasse sul lavoro e nuove politiche per i giovani, che presuppongono fondi e soldi. Che non ci sono, l'ha subito rimbrottata a muso duro il ministro dell'Economia Vittorio Grilli dalle colonne del Corriere della Sera. Da Grilli a Grillo - Cambia la vocale finale, si aggiunge una dose massiccia di sarcasmo. Ma da Grilli a Grillo, la musica cambia poco. "La principessa sul pisello, alias Frignero, ha detto che 'la tassazione sul lavoro è troppo alta'. Lo ha detto con la leggerezza della Vispa Teresa. "La vispa Teresa/ avea tra l'erbetta/ A volo sorpresa/ gentil farfalletta/ E tutta giuliva/ stringendola viva/ gridava distesa:/ "L'ho presa! L'ho presa!". Così il leader del Movimento 5 Stelle ironizza sul suo blog. "A Rimini, ai ciellini orfani di Don Verzè, ma non ancora di Forminchioni - prosegue il comico/politico - ha proclamato che ridurrà il cuneo fiscale. La platea commossa ha applaudito a lungo sia lei che il caravanserraglio di nobilastri della Repubblica che del cuneo fiscale, grazie ai loro redditi e proprietà, se ne sbattono altamente". Al di là dei toni e degli sfottò lessicali, Grillo centra parte del problema. L'altro, forse più importante, è che la Fornero (come del resto il collega dello Sviluppo Corrado Passera, parla di cuneo fiscale, agevolazioni, sgravi e aiuti ben sapendo che manca la conditio sine qua non: bambole, non c'è una lira. Bugie elettorali - Su Libero in edicola oggi, venerdì 24 agosto, Franco Bechis se la prende con lo "spot elettorale" andato in scena al Meeting. Quel "meno tasse sul lavoro" proferito per strappare applausi alla platea ciellina, infatti, non inganni: come per il cuneo fiscale, sono solo parole cui non seguiranno fatti, tanto è vero che il governo non ha in vista nessun decreto o disegno di legge. Parole, si diceva, buone per attirare le simpatie dei centristi. Così come quelle sulla meritocrazia: "La crescita si fonda sul pieno riconoscimento del merito, non sulle parentele". E allora forse ha ragione Grillo: "Brava, giusto, bene, bis! e poi chiamate la neurodeliri, c'è una che si crede un ministro". Già, qualcuno avvisi che le rivoluzioni nel mondo del lavoro dovrebbe iniziarle e favorirle proprio il ministro del Lavoro.