Nove stanze per la scortaFini dà la colpa al ViminaleMa sui body guard decide lui
Nove stanze - nove - d'albergo a Orbetello per la scorta di Gianfranco Fini che è in vacanza sull'Argentario per un totale di 80 mila euro. L'inchiesta di Libero sugli sprechi del presidente della Camera ha spinto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, a chiedere al capo della Polizia "un'approfondita relazione sulle modalità del dispositivo di sicurezza predisposto". Il Viminale precisa in una nota “che la relazione che riferirà circa la conformità alle disposizioni organizzative vigenti delle modalità seguite nella circostanza, verrà consegnata al più presto al Ministro Cancellieri”. Al riguardo, al Viminale sottolineano “che il dispositivo di tutela del Presidente della Camera è normativamente fissato al massimo livello di rischio che impone la necessità di assicurare la protezione della personalità in tutti gli spostamenti sul territorio nazionale. La gestione, l'organizzazione e l'esecuzione del relativo servizio fanno capo all'Ispettorato di Pubblica sicurezza presso Montecitorio”. Che agisce d'intesa con la segreteria genrale di Montecitorio, guidata da Ugo Zampetti. Difficile pensare che la segretria non si consulti con la presidenza, quantomeno per informare Fini delle modalità della sua protezione. Poche righe, quelle del Viminale, che sono bastate a Fini per cantare subito vittoria: "Ringrazio il Ministro Cancellieri e il Capo della Polizia Manganelli per aver sollecitamente confermato che il Presidente della Camera non ha alcun ruolo nell'organizzazione delle misure di scorta e protezione, di esclusiva competenza delle Autorità di Pubblica Sicurezza".