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Anche Boccassini scarica il collega Ingroia e i giornali di sinistra

Il magistrato di Milano: D'Ambrosio è stato oggetto di attacchi ingiusti e violenti

Lucia Esposito
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Il caso del consulente giuridico del Quirinale Loris D'Ambrosio, morto d'infarto giovedì 26 luglio spacca la magistratura. Il giurista era stato sentito come testimone dal procuratore di Palermo Antonio Ingroia, titolare dell'inchiesta sulla trattativa mafia-Stato. Agli atti dell'inchiesta, erano finite alcune interecettazioni delle telefonate che l'ex ministro dell'Interno Nicola Mancino gli aveva fatto per chiarire la sua estraneità alla vicenda e lamentarsi di un presunto "mancato coordinamento" nelle indagine sulla trattative portate avanti dalla Procura. Nelel telefonate con D'Ambrosio, Nicola Mancino diceva: "Non si sa dove vogliono arrivare questi, che vogliono fare", ripeteva. Quelle telefonate sono state rese pubbliche e D'Ambrosio è finito nella bufera m ediatica.   Magistrati divisi Il caso D'Ambrosio che aveva già fatto discutere prima della morte, ha spaccato anche la magistura. Nella schiera degli accusatori dell'operato della procura palerminatana rispetto a questa vicenda c'è anche l'insospettabile Ilda Boccassini.  Al telegiornale de La7 ha detto: "D'Ambrosio ha salvato l'integrita della magistratura eppure è stato oggetto nelle ultime settimane di attacchi ingiusti e violenti". Ilda pronta a scaricare il suo collega che aveva fatto intercettare le telefonate dell'ex ministro dell'Intero Nicola Mancino con il consigliere giuridico del Quirinale. Come lei, molti giudici anche iscritti alla corrente di Magistratura Democratica, più vicina alla sinistra, hanno espresso  il loro disappunto per le insinuazioni e la campagna giudiziario-mediatica a cui è stato sottoposto il giurista di cui tutti hanno riconosciuto l'elevato spessore umano e professionale. 

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