Silvio candidato spiazza la Lega:rievoca lo spettro di Bossi
Maroni guardava con favore la leadership di Alfano, che era parallela alla sua. Dozzo: "Mai più quei lunedì di Arcore"
Il ritorno di Silvio Berlusconi come candidato premier del Pdl è, per la nuova Lega di Roberto Maroni, un'autentica fregatura. E' vero che Bobo ha detto e ridetto che quello delle alleanze è l'ultimo dei temi all'ordine del giorno, ma è altrettanto vero che l'ex ministro vedeva con favore un Pdl a guida Alfano e la possibilità che Angelino, tramite primarie o meno, giocasse da protagonista la partita delle politiche 2013. C'era, nella leadership di Alfano, un parallelo di rinnovamento a quanto andava accadendo nel Carroccio: dopo-Berlusconi a via dell'Umilta, dopo-Bossi in via Bellerio. Così, invece, non sarà, anche se ancora ieri sera i leghisti, in primis il capogruppo alla Camera Gian Paolo Dozzo, si rifiutavano di credere a un ritorno in pista del Cav. Per i maoniani è un problema, perchè fa svanire le ipotesi, se non di un'intesa in tempi brevi, quanto meno di una prospettiva a fianco del Pdl. Non che Maroni e i suoi, come scrive oggi il Corriere, ce l'abbiano con Berlusconi. E' che nominare il cavaliere vuol dire nominare Umberto Bossi: e nominare il Senatùr è, nella Lega 2.0, la cosa che più di ogni altra bisogna evitare: "Se solo penso al ritorno della vecchia pratica del "ci mettiamo d'accordo lunedì ad Arcore mi vengono i brividi" dice Gian Paolo Dozzo. Più chiaro di così...