E spunta l'idea del "ticket" con una donna
Silvio Berlusconi ri-discende in campo dopo i sondaggi che danno il Pdl al 30% con lui e al 10 senza. E nel partito azzurro scatta il toto-vice. Il segretario Angelino Alfano ha già dato la sua disponibilità, sia a farsi da parte per la candidatura a premier, sia a correre al fianco di Berlusconi come sui vice a Palazzo Chigi. "C'è un gran movimento di sostegno intorno alla ricandidatura del presidente Berlusconi. In tanti glielo stanno chiedendo - ha spiegato il segretario del Pdl - tanti cittadini e tanti del Pdl, e io sono tra questi. Del resto, per chi come lui ha governato in anni così complessi, ha ceduto il passo a un nuovo governo tecnico senza mai essere stato battuto in aula e senza avere perso le elezioni credo sia giusto e legittimo chiedere un giudizio al popolo italiano sulla storia di questi anni e su una nuova chance di governo". Si fa largo l'ipotesi che ad accompagnare la candidatura del Cavaliere possa essere, nel ruolo di vice, una donna. Una delle sostenitrici della "quota rosa" è Daniela Santanchè, che una parte degli azzurri qualche settimana fa aveva indicato anche come potenziale candidata premier (ma ancora il Cavaliere era nell'ombra). Lei, certo, è parte interessata. Perchè, anche se lo nega risolutamente, considera se stessa come la naturale pretendente a quel posto (non fosse altro per mancanza di rivali nel ruolo). L'idea è senz'altro buona, perchè la presenza al fianco di Berlusconi di una donna, in un modello mutuato da quello americano in vista delle presidenziali (vedi McCain-Palin nel 2008) guadagnerebbe al premier il consenso di una parte dell'elettorato femminile che si era allontanato da lui e dal Pdl dopo l'esplodere del caso-Ruby. E le primarie? Sembravano la grande novità della campagna elettorale pidiellina per il 2013, con alcuni grossi nomi già in campo (lo stesso Alfano, l'ex governatore del Veneto e ministro Galan) e altri (come il giornalista Vittorio Feltri, il governatore lombardo Formigoni e la stessa Santanchè) probabili contendenti. Un metodo di scelta del leader mutuato dalla sinistra, e che forse per questo Berlusconi non aveva mandato giù fino in fondo.