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L'ombra di Prodi sull'Italia:ha aperto la caccia al Colle

Il 2013 e l'elezione del Presidente della Repubblica si avvicinano e l'ex premier si "candida": interventi e interviste si moltiplicano

Andrea Tempestini
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Manca poco al 2013: in Italia si voterà per il nuovo governo ma anche per la presidenza della Repubblica. Da tempo si vocifera di piani e possibili deleghe per Giorgio Napolitano, che potrebbe restare al Colle un anno in più. Un'eventualità improbabile. E così si sta creando la ressa sui blocchi di partenza: giorni fa vi davamo conto degli otto possibili concorrenti per la presidenza della Repubblica. Tra questi c'è anche Romano Prodi, l'ex leader dell'Unione, dato da molti come papabile capo dello Stato, e impegnato a costruirsi un profilo istituzionale adatto tra impegni internazionali, lezioni universitarie e rapporti con i governi cinese e statunitense. Ma Prodi negli ultimi giorni sta cambiando passo. I suoi interventi, infatti, si moltiplicano. E nel mirino del Professore ci finiscono temi di politica internazionale: si sprecano le sue parole sul futuro dell'Unione europea e di quella monetaria. Romano si è fatto ingolosire dal Colle: ora la caccia è ufficialmente aperta. La ricetta per uscire dalla crisi - Ora è necessaria una rapida rassegna cronologica. Partiamo da oggi, martedì 10 luglio. Ecco la ricetta per uscire dalla crisi, snocciolata in un'intervista a Famiglia Cristiana: "Tre cose. Primo: una Bce molto forte e piena sovranità monetaria. Secondo: gli eurobond. Terzo: un bilancio comune europeo più ricco". Posizioni perfettamente in linea con quelle del premier Mario Monti (anche lui tra i possibili candidati per la scalata al Colle) e perfette per un'ideale prosecuzione del settennale di Giorgio Napolitano, un presidente europeista e che per portare Monti ha Palazzo Chigi ha spinto assai. E se il concetto non fosse chiaro, nell'intervista Prodi rincara: "La paura dell'altro, dell'idraulico polacco come del lavoratore maghrebino che ti ruba il lavoro perché costa meno, ha generato movimenti populistici". Il riferimento è alla Lega Nord, a Le Pen, a Haider. Così, secondo Prodi, "bisogna archiviare la fase delle diffidenze reciproche. Usiamo le elezioni europee del 2014 per riavviare il processo politico e costituente, attraverso una vera legittimazione democratica e una forte partecipazione popolare". L'obiettivo del professore è quello di ottenere una piena unità politica, realizzata da una cordata "guidata dalla Germania" poiché "separati non contiamo nulla". Parole da perfetto presidente della Repubblica, magari votato da quella ipotetica grosse koalition che vorrebbe un Monti-Bis (Pd, Fli e Udc).  Su criminalità ed evasione - Lo scorso 9 luglio Prodi aveva spostato il fuoco della sua attenzione su vicende meno europee e più italiane: "Perché l'Italia ha tutti questi problemi? Io ci ho molto pensato e, lo dico con dolore, ma le cose che ci fanno diversi rispetto ad altri paesi europei sono criminalità ed evasione fiscale". Questo è quanto ha detto l'ex premier in una lectio magistralis all'università di stranieri di Perugia. "Se non aggiustiamo queste due diversità - aveva aggiunto - saremo sempre diversi". Poi ancora sulla moneta unica, sempre il 9 luglio: "La dissoluzione dell'euro sarebbe una marcia indietro per tutti i paesi europei, Germania compresa. Se l'euro si sciogliesse - aveva proseguito - è chiaro che ricomincerebbero le svalutazioni per le monete degli altri paesi e anche i tedeschi e la loro bilancia commerciale sarebbero colpiti dalle conseguenze di questa svalutazione". Quindi sul futuro dell'Unione europea: "La crisi lo ha già dimostrato, è un fatto evidente: l'Europa o va avanti o torna indietro".  La disoccupazione - L'excursus non è terminato. Per limitare il recinto a luglio, dove gli interventi di Prodi sono spuntati come funghi, bisogna riavvolgere il nastro fino al 6 luglio, quando Romano ha pontificato sulla disoccupazione: "Qui in Italia è un'emergenza continua, non ci si ferma mai a riflettere su come investire nel futuro, viviamo una specie di rincorsa perenne, un'ansia. Siamo tutti convinti che l'incentivo fiscale alla ricerca sia fondamentale, ma poimanca sempre tempo per una vera programmazione degli investimenti sulla ricerca". Poi aveva risposto nel merito a un articolo di Panorama che ipotizzava alcuni contatti tra Prodi e la cancelliera Merkel: "Nessun contatto diretto o indiretto è intercorso tra il presidente Prodi e la cancelliera Merkel, né corrisponde all'orientamento di Romano Prodi interferire nell'azione del governo italiano". Sarà, ma se tre indizi fanno una prova, qui di indizi - tra interviste e prese di posizione - ce ne sono ben di più. Prodi pontifica di politica interna, estera, economica e monetaria. Qualcuno si spinge a ipotizzare contatti diretti con la Germania, il Paese che guida e dirige l'Europa. Lui smentisce. C'è poi chi sostiene che l'ex premier stia sgomitando per la presidenza della Repubblica, e su questo la smentita di Prodi non è mai arrivata. Arrivano soltanto dichiarazioni e interviste da leader in pectore.

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