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Il bavaglio tecnico del prof: "Chi mi critica fa salire lo spread"

Il presidente di Confindustria: "No a macelleria sociale". E il premier impazzisce: "Frasi di questo tipo hanno effetto sui mercati e danneggiano anche le imprese"

Giulio Bucchi
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Tra Mario Monti e il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi è scontro totale. Sabato Squinzi, a braccetto con la segretaria della Cgil Susanna Camusso, aveva bocciato l'operato del governo ("Gli do tra il 5 e il 6") ed espresso perplessità sui tagli della spending review ("Non bisogna fare macelleria sociale"). Frasi che, dopo il giudizio terribile dato dal presidente di Confindustria alla riforma del lavoro ("Una boiata", che faceva il paio con l'opinione del suo predecessore Emma Marcegaglia che l'aveva bollata come "very bad"), hanno scatenato il premier: "Dichiarazioni di questo tipo fanno aumentare lo spread, i tassi di interesse e incidono non solo sul debito pubblico ma anche sulle imprese". Vietato criticare Monti e il governo tecnico. Un ricatto, anzi un euro-ricatto bello e buono. "Invito a considerare - prosegue Monti - che dichiarazioni di questo tipo da parte di figure istituzionali e personaggi, ritenuti responsabili, hanno effetti molto negativi nei mercati e nelle valutazioni delle organizzazioni internazionali", spiega. "Quindi - aggiunge - suggerirei di fare più attenzione non tanto per riguardo al governo, che evidentemente non lo merita sulle basi di ciò che viene detto, ma per le imprese. Mi permetto come esponente del governo che non si faccia il danno delle imprese". 

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