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Lavoro, riforma è leggeMezzo Pdl non la vota

Andrea Tempestini
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La riforma del lavoro di Elsa Fornero è legge. La Camera ha espresso il voto finale sul provvedimento: 467 i votanti, 393 i favorevoli, 74 i contrari e 46 gli astenuti. Montecitorio in precedenza aveva approvato le quattro fiducie richieste dal governo sul ddl in modo che il premier possa arrivare al vertice Ue con il testo in mano, come aveva chiesto il professore nei giorni scorsi. La Fornero, nelle ore che hanno preceduto il voto definitivo, era finita nel mirino per aver affermato, intervistata dal Wall Street Journal, che "il lavoro non è un diritto". Poi il ministro ha rettificato, spiegando che "il posto di lavoro non è un diritto e va guadagnato". Ma nel frattempo si era scatenata l'ira dei sindacati e dei partiti (Lega Nord compresa).  Pdl in rivolta - Come detto, la riforma del lavoro è legge, ma è significativo il calo di consensi per il governo nel voto di fiducia. Decisivo in tal senso l'orientamento del Pdl: quasi la metà degli azzurri, a vario titolo, ha fatto mancare il suo appoggio al provvedimento. I numeri: 87 deputati del Pdl su 209, di fatto, hanno detto no. Contro il provvedimento hanno votato 7 esponenti del Pdl, 34 si sono astenuti e 46 erano assenti (11 dei quali in missione). Tra gli altri, contro al provvedimento, hanno votato Guido Crosetto e Renato Brunetta. Astenuti invece il relatore del ddl, Giuliano Cazzola, e l'ex ministro Antonio Martino. Assente infine Silvio Berlusconi. Cicchitto: "Mai più fiducia" - La posizione del partito è stata espressa con precisione dall'intervento in aula del presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto: "Le devo dire, non per scortesia ma per l'evidenza politica, che non è lei il punto di interlocuzione del dibattito, ma è il presidente del Consiglio - ha iniziato rivolgendosi a Fornero -  che in nome degli impegni europei ci ha invitato sostanzialmente a interrompere il dibattito sulla riforma del lavoro e a votare la fiducia. E, di fronte ai nostri rilievi sul ddl, si è impegnato a modificarlo su tre punti: esodati, flessibilità in entrata e ammortizzatori sociali". Poi Cicchitto alza la voce e ricorda che per "l'aumento dell'Imu e la riforma delle pensioni il governo è intervenuto per decreto, sull'articolo 18 ha cambiato le carte e ha fatto un ddl, che è l'unico finora, mentre il Parlamento è sommerso dai decreti, un numero - s'infervora il presidente dei deputati - di fronte al quale il governo Berlusconi risulta un dilettante e così anche il governo Prodi". Quindi l'avvertimento: "Ci facciamo carico della richiesta di Monti ma diciamo al governo che è l'ultima volta che cala la mannaia della fiducia". "Una buona riforma" - Il testo votato a Montecitorio è uscito dall'aula alcuna modifica rispetto alla versione approvata dal Senato. I provvedimenti principali riguardano le modifiche all'articolo 18 e le modalità di ingresso nel mondo del lavoro. Nell'intervsita concessa al Wsj, la Fornero ha difeso il testo: "Continuo a considerare questa riforma una buona riforma. Il governo - ha aggiunto - è pronto a fare dei cambiamenti". I partiti infatti hanno concesso la delega sul teso ma non senza malumori, e ora si attendono novità su esodati, ammortizzatori e flessibilità in entrata. Protestano anche i sindacati: la Cgil ha organizzato a piazza Montecitorio un presidio contro il provvedimento, bollato come "dannoso". Fornero aveva poi parlato della fretta con cui è stato approvato il pacchetto: "Capisco il sacrificio fatto dalla Camera per questa limitazione della discussione imposta dall'agenda europea ma il governo è disposto a fare i cambiamenti che saranno discussi, non ci sono intoccabilità. Adesso è importante far partire questa riforma". La FIom blocca l'autostrada - Nel giorno dell'approvazione della riforma, ad alzare la voce sono soprattutto i sindacati. La Cgil è scesa in piazza, mentre secondo Raffaele Bonanni della Cisl, il testo "non risponde a quello che si era detto dall'inizio, e cioè che da queste norme ci sarebbero stati più posti di lavoro". Anzi, secondo la Cisl, "meno si tocca il testo e meglio è, perchè lo si vuole toccare solo per peggiorarlo". Dura la risposta di Fornero: "Il governo ha avuto un dialogo di circa tre mesi con le parti sociali per arrivare a un documento confiviso, da tutte le parti sociali tranne la Cgil". Levata di scudi anche da parte della Fiom: olter 400 lavoratori metalmeccanici, secondo quanto affermato dalle tute blu, hanno bloccato lo svincolo dell'autostrada Torino-Lione al casello di Chivasso per protestare contro la riforma del lavoro. Si tratta degli  operai delle fabbriche Daytec, Mac, Emarc e Federal Mogul.  

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