Ecco il piano anti-crisi di Monti-Merkel
Crescita, debito pubblico, speculazione, banche: tutti i dettagli del vertice di Roma
Il salvataggio del'euro riparte da Roma, da dove omai più di mezzo secolo fa è nata l'Europa. Il vertice che si è svolto ieri tra Mario Monti, Mariano Rajoy, Angela Merkel e Francois Hollande ha tracciato il percorso per superare la crisi del debito sovrano, che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza dell'eurozona, comprende quattro tappe: al primo posto c'è la crescita da rilanciare con un pacchetto da 120-130 miliardi. Ecco i quattro punti del patto anti-crisi. Il rilancio della crescita è il primo, fondamentale, punto. Un rilancio che passa attaverso la mobilitazione dell'un per cento del Pil a favore della crescita, tra i 120 e i 130 mililardi l'anno. Le risorse verranno dal rafforzamento del bilancio della Banca europea per gli investimenti, dai project bond (obbligazioni per realizzare infrastrutture) e altri fondi Ue non ancora utilizzati. Ma lo sviluppo economico dovrà essere accompagnato dal rigore. Gi eurobond non sono stati invece presi in considerazione. Raggiunto un accordo sulla Tobin Tax, la tassa sulle transizioni finanziarie per frenare la speculazione. Il predidente della Commissione Ue José Barroso l'ha proposta lo scorso giugno per contribuire al bilancio comunitario fino al 2020 alleggerendo il bilancio degli Strati. Ma allora era stato il presidente della Bce Jean Claude Trichet a bocciarla siostenendo che se varata solo in Europa e non a livello globale diventerebbe una perdita importante per l'Europa perché spingerebbe i capitali altrove. Nel percorso tracciato al vertice di Roma previsto anche un'unione bancaria (su cui ha particolarmente insistito il leader spagnolo sensibile al "nodo" credito): uno degli aspetti centrali dell'unione bancaria riguarda una nuova vigilanza europea funzione che potrebbe essere affidata alla Bce, come preferirebe la Merkel, o un'istituzione da creare ex novo. Con sede a Francoforte o in un'altra città. La condivisione del rischio a livello continentale presuppone perciò subito un rafforzamento della vigilanza A luglio dovrebbe entrare in vigore l'Esm, European stability mechanism: un nuovo fondo permanente di salvataggio europeo creato per sostituire i due fondi esistengi /(Efsf e Efsm) nati per soccorrere Portogallo e Irlanda. Il fondo avrà in dotazione 500 miliardi oltre alle risorse residue degli altri fondi temporanei europei. Ora bisogna mettersi d'accordo su come utilizzare questi fondi. Alcuni vorrebbero un accesso diretto ai fondi salva Stati (tra questi c'è iò Fondo monetario internaziole. L'accesso diretto avrebbe il vantaggio per gli isituti di credito di rafforzarli senza aumentare automaticamente il debito pubblico dello Stato. Sul tavolo resta aperta anche la questione lanciata da Mario Monti: quella di creare un meccanismo per permettera ai fondi salva Stati di acquistare sul mercato secondario titoli di Stato dei Paesi più sotto pressione che però stanno attuando politiche di risanamento e di riforma per raffreddare gli spread.