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Braccio di ferro con MaroniBossi riporta nella lega gli espulsi

Il Senatur deciso a riprendersi i lumbard storici. Veto dell'ex ministro su Rosi Mauro

Eliana Giusto
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  «Ci sono anch'io, vogliamo riunire e rilanciare la Lega. Non vogliamo distruggerla: questo non avverrà». Umberto Bossi torna a parlare, a un comizio a Cermenate (Como), per mettere un po' di pepe al congresso federale che si terrà fra una settimana. Il congresso che dovrà sancire il passaggio di testimone, alla segreteria, fra il Senatur e Roberto. Intanto, spiega il presidente del Carroccio,  «molta gente è stata buttata fuori, ma è gente che ha fatto la Lega e che fatalmente verrà riportata dentro. Non mi interessano le beghe locali, io sento di dover qualcosa a questi».  Nell'accordo con Bobo infatti c'è scritto che  lui ricoprirà l'incarico di presidente e avrà il compito di espellere, ma anche «di tirare dentro».  Di sicuro, almeno stando alle parole di ieri sera, non dovrebbe rientrare Rosi Mauro.   Anche perché molti maroniani non la accetterebbero. Primi fra tutti i nuovi segretari del movimento in Lombardia (Matteo Salvini) e in Veneto (Flavio Tosi), ai quali Bossi non ha lesinato giudizi. «Quello lombardo è un lavoratore, l'altro non lo conosco tanto». Un modo di dire del Senatur per rimarcare le sue   perplessità sul sindaco di Verona, riguardo all'indipendenza della Padania: «Non sono d'accordo sulle sue affermazioni che la Padania non esiste, certo che esiste: va fatta e la faremo». Solito Bossi insomma, e soliti mal di pancia.  

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