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Monti crisi di consensoIl 60% vuole mandarlo a casa

Un sondaggio rivela che gli italiani sono stufi del premier: nel Pd sono il 52%, nel Pdl il 58%

Andrea Tempestini
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  Non c'è pace per l'Italia di Mario Monti. La scorsa settimana il Belpaese è finito nel mirino della speculazione internazionale. In parallelo agivano le voci sul possibile contagio della crisi bancaria spagnola. Il risultato? Spread alle stelle e nuovi timori sulla solvibilità del nostro debito. Nel day after delle elezioni greche che, di fatto, hanno confermato la fiducia di Atene nell'euro - un Paese è pronto a dissanguarsi pur di rimanere nella moneta unica - il quadro è anche peggiorato. Chi si aspettava che il verdetto delle urne elleniche desse nuova linfa a mercati e Btp è Stato smentito: Borse in pesante negativo e lo spread tra i nostri titoli di Stato che volava a un passo dai 480 punti base (mentre in parallelo correva anche il differenziale dei bonos sapagnoli).  Consenso ai minimi Ma il contesto che osserviamo più da vicino è quello italiano: il governo fatica a legiferare, stretto da una maggioranza partitica in crisi di consenso e dai dissidi interni. Gli indicatori economici restano negativi, la recessione avanza, il clima di sfiducia è palpabile. Per cercare di mettere una pezza alla situazione, il premier Mario Monti la scorsa settimana ha riconvocato il vertice Abc (Alfano-Bersani-Casini) per chiedere appoggio e coesione. Il presidente del Consiglio si è giocato questa cartuccia perché cominicia a fare i conti con la possibilità, sempre più concreta, che l'esecutivo crolli come un castello di carte e che si vada a votare già il prossimo autunno. Il punto è che sei mesi dopo l'insediamento, le ricette di Monti non hanno guarito l'Italia. I cittadini sono costretti a fare i conti con la crescita della pressione fiscale, la disoccupazione galoppante e la contrazione dei consumi. Il malcontento è evidente, e viene certificato da un sondaggio rilanciato dal sito ilretroscena.it. Il 60% degli italiani ritiene che questa fase debba concludersi subito mandando a casa Monti per votare in autunno. Nel Pd sono il 52% mentre mentre nel Pdl sono il 58%. Nessuna novità nel centro moderato dove la prosecuzione dell'esperienza del gobverno tenico vede favorevoli il 57%. La percentuale di insoddisfatti cresce veriginosamente e arriva al 69% tra gli elettori di Sel, Lega e Idv    

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