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Lo stop alla parata del 2 giugno ha un precedente nel 1976

Ma Napolitano vuole celebrare la Repubblica

Alvise Losi
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Il web insiste: stop alla parata del 2 giugno. Dopo il lancio dell'iniziativa nella giornata del terremoto (martedì 29 maggio), il tam tam sulla rete continua, nella speranza che chi di dovere decida di accettare le richieste del popolo di internet. Perché, secondo gli internauti, sarebbe un modo per risparmiare i tre milioni di euro che saranno spesi per le celebrazioni. Ma Giorgio Napolitano ha dato parere negativo. "La festa della Repubblica sarà celebrata - ha detto il Capo dello Stato -, ma con sobrietà". Nuovo round - Il popolo della rete non rinuncia facilmente. Così si è tornati indietro al 1976 per ricordare che l'allora ministro della Difesa, il democristiano Arnaldo Forlani, annullò la parata del 2 giugno in segno di solidarietà dopo il terribile terremoto che aveva colpito il Friuli il 6 maggio precedente. "La parata militare quest'anno, non si svolgerà - era scritto nel comunicato del 1976 - lo ha comunicato il ministro della difesa Arnaldo Forlani, con una nota ufficiale. La decisione è stata presa a seguito della grave sciagura del Friuli e per far sì che i militari e i mezzi di stanza al nord siano utilizzati per aiutare i terremotati anziché per sfilare a via dei Fori imperiali». Riabilitato - Il presidente della Repubblica non ha però alcuna intenzione di tornare indietro.  Napolitano ha precisato che la festa non sarà annullata perché la Repubblica "va comunque celebrata". Parole simili per il ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri: "I valori della nazione vanno salvaguardati e ricordati. Ovviamente con sobrietà". Ma lo stesso mondo politico storce la bocca e i simpatizzanti dei partiti che mai avrebbero un tempo applaudito il plurinquisito Forlani, ora lo celebrano, leghisti e di pietristi. E, anche se la polemica sul costo della parata è forzata (i quasi 3 milioni di euro sono già stati spesi), molti probabilmente si aspetterebbero un gesto di solidarietà.

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