Catricalà, gaffe e autogol: Monti fa fuori il sottosegretario
Il sottosegretario Antonio Catricalà va avanti su riforma del Csm e discarica di Corcolle, il premier lo riprende e fa marcia indietro: ora aspetta le sue dimissioni
La settimana nera del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà mette in difficoltà, grave, Mario Monti. Secondo indiscrezioni, il premier si attenderebbe addirittura la consegna della lettera di dimissioni sulla propria scrivania. Esagerazioni? Forse, visto che nel tardo pomeriggio di lunedì Monti ha voluto confermare la fiducia al "suo Gianni Letta". Di sicuro c'è che il colpo di grazia alla credibilità di Catricalà, spesso al centro di gaffe e imbarazzi, c'è stata la conduzione maldestra della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura giudicata a dir poco spregiudicata da Palazzo Chigi. Come detto, Monti ha cercato di gettare acqua sul fuoco: "Alla luce delle polemiche di stampa originate da un'ipotesi di riforma delle sezioni disciplinari degli organi di autogoverno della magistratura confermo al Sottosegretario Antonio Catricalà la mia piena fiducia, ritenendo corretta la sua gestione del dossier", ha spiegato in una nota ufficiale. Ma la tensione resta alta. Csm fatale - Catricalà avrebbe infatti messo la firma a una riforma che trasferiva il giudizio disciplinare dei giudici ai membri laici del Csm. Praticamente, è l'accusa dei critici (compresi Pd e Idv), ai membri scelti dalla politica, mettendo a rischio la terzietà della magistratura. Immediata la marcia indietro di Monti, che infatti ha spedito la riforma al Consiglio di Stato e alla Corte dei Conti pe una verifica: insomma, un autogol per il governo. Con tanto di ombre di favoritismi e partigianeria: perché quella bozza era molto vicina alle proposte in merito avanzate negli ultimi anni dal Pdl. E siccome Catricalà è uomo notoriamente berlusconiano... I contrasti - "Gli avevo detto che doveva fermarsi. Ha agito per conto suo, il parere del Guardasigilli Severino era contrario", rivelava Repubblica a proposito della reazione del premier, imbufalito. Catricalà si difende dicendo che l'altolà di Monti risale appena a qualche giorno fa, mentre sul ddl che doveva rivedere la giustizia disciplinare il sottosegretario si era mosso fin dall'ultima settimana di aprile. "Nessuna aggressione alle toghe, quelle norme sono state subito archiviate", ha replicato lo stesso Catricalà in una lettera inviata al quotidiano diretto da Ezio Mauro, pubblicata oggi, martedì 29 maggio. Flop Villa Adriana - Come se non bastasse, c'è stato ance il pasticcio sulla discarica di Corcolle, con Catricalà che ha dato il via libera al commissario Pecoraro prima che i colleghi ministri stoppassero il sito a poche centinaia di metri da Villa Adriana. Anche in quel caso, Monti si è trovato tra le mani una patata bollente di cui avrebbe volentieri fatto a meno lasciandola a prefetto, commissario e amministratori locali e regionali. Ma Catricalà, credendosi Gianni Letta, ha premuto sull'acceleratore. Troppo, e ora rischia di finire fuori strada.