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I segreti della giovane Mauro Somara e cotta del bullo

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Vanity Fair indaga sull'infanzia della leghista tra amori e scivoloni. Rinnegò le origini terrone vergognandosi di un suo compaesano pugliese

Andrea Turco
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Di Rosi Mauro, la "nera" del Carroccio, si è detto in questi giorni di tutto. Dai diamanti, alla sua relazione con il bodyguard Pier Mosca. Ma della sua infanzia si sa ben poco. Ora grazie alle testimonianze di persone che furono vicine a Rosi negli anni della scuola e dell'adolescenza qualcosa comincia ad emergere. Un passato che la stessa Mauro vuole dimenticare ma che ora torna prepotentemente a galla. Lei, fervente bossiana, è nata nel profondo Sud, tanto denigrato dal Senatùr, precisamente a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi e ha vissuto per 14 anni nella vicina Squinzano in provincia di Lecce. La fuga da casa - L'infanzia di Rosi Mauro è di quelle da romanzo. "Un giorno prendo il treno per andare all'università di Bari e vedo lei. Aveva 12 anni. Era diventata una bella ragazza" racconta un abitante di Squinzano. "Mi siedo e le chiedo: "Che ci fai qui tutta sola?". Lei mi fa: "Sto scappando di casa. Mio padre ha saputo che esco con Bruno Pedata". Il primo amore di Rosi è il classico cattivo ragazzo. Il bello del paese che scorrazza in moto, con il suo giubbotto di pelle. Dieci anni più grande della Mauro si racconta che fosse uno spacciatore di droga. "Lei era cotta di lui. Ma a lui non importava nulla di lei, Rosetta era il suo giocatollo e lei non se ne accorgeva" racconta ancora l'uomo. Scuola vade retro - Rosi Mauro lo aveva dichiarato anche a Porta a Porta. "Io sono un'asina. La scuola non mi è mai piaciuta". Affermazione confermata da Ada Marzo che a Vanity Fair racconta: "Abitavamo vicino, spesso giocavamo anche insieme. La scuola non le piaceva: ricordo che in quarta prese cinque in storia, geografia e scienze. Alla fine uscì con la media del sette. Con i ragazzi era ingenua, e loro un po' ne approfittavano". Rinnega il passato - Forse è per questo che Rosi Mauro non parla facilmente del suo passato. Tanto da rinnegarlo. "L'ho incontrata due anni fa a Forlì" confessa a Vanity Fair, Giuseppe Palaia, medico sportivo del Lecce. "Signora, lei è di Squinzano come me, siamo compaesani". Pensavo di farle una cosa gradita. Invece mi ha guardato male: "Mio padre era di Squinzano, non io". "Chianu cu nu scrufuli", le ho risposto, che vuol dire "Attenta a non scivolare". Rosi Mauro alla fine è scivolata.    

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