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Palestina, Israele, Sigonella: l'altro Craxi, oltre i luoghi comuni

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Che la vera storia di Bettino Craxi fosse agli antipodi della vulgata comune, chi ha occhi per vedere e cervello per capire lo sa da qualche decennio. Il “tesoro” accumulato dal leader socialista, la fontana di piazza Castello fatta smontare e ricostruita chissà dove, i lussi hollywoodiani della villa di Hammamet erano leggende metropolitane, noccioline buone per ingozzare le scimmiette dell’antipolitica che poi ci avrebbero regalato i Bonafede e i Toninelli.

Adesso si sa che anche il Craxi tanto filo-palestinese da finire nella lista nera dei presidenti statunitensi era un’invenzione, la deformazione di un personaggio molto più difficile da dipingere. Merito di questa e altre correzioni, a 25 anni dalla morte del primo presidente del consiglio non democristiano, è del giornalista Fabio Martini, che ha appena dato alle stampe un’edizione aggiornata del suo libro uscito nel 2020, Controvento. La vera storia di Bettino Craxi (Rubbettino Editore).

In quelle pagine ci sono nuove testimonianze e si citano documenti delle intelligence che nel frattempo sono stati desecretati o declassificati. Il giudizio storico definitivo su un personaggio così complesso e ingombrante non potrà mai arrivare, ma il libro di Martini fa fare un grande passo avanti. Ci riesce proprio perché ripulisce la parabola del leader socialista dai luoghi comuni (...)

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