PiazzaPulita, Federico Rampini zittisce lo studio: "Da George Soros 200 milioni di dollari"
"Il tema della Meloni che va a parlare a nome dell'Europa è una tradizione antica. I presidenti francesi, da De Gaulle a Mitterrand, da Chirac a Macron, andavano a parlare con gli Stati Uniti a nome dell'Europa ma facevano prima di tutti l'interesse della Francia". A poche ore dalla conferenza stampa di Giorgia Meloni, ci pensa un giornalista d'area progressista come Federico Rampini a rimettere al giusto posto i pezzi di un dibattito politico, quello italiano, decisamente scombiccherato.
Le opposizionia accusano la premier di essere troppo vicina a Donald Trump e di avere eccessive ambizioni di leadership europea, ma scordano che la stessa Meloni è stata ed è vicina a Biden, il rivale sconfitto del prossimo presidente americano. E a chi ride del paragone tra Meloni e Merkel, Rampini risponde con un altro e forse ancora più ingombrante parallelismo, quello tra Giorgia e De Gaulle.
Il confronto in collegamento con PiazzaPulita su La7 è vivace. In studio da Corrado Formigli la parola ricorrente è Elon Musk, proprio come in mattinata a Palazzo Chigi. E a Rampini tocca ancora una volta il ruolo di grillo parlante della sinistra. Coscienza critica: "George Soros nell'ultima campagna elettorale ha dato il quadruplo dei finanziamenti che Musk ha dato a Trump, ha dato 200 milioni di dollari...", per dirne una. Proprio Soros era stato tirato in ballo più volte dal presidente del Consiglio italiano per rispondere ai giornalisti che le chiedevano un commento riguardo alle "ingerenze" di Musk e al suo essere un (presunto) pericolo per la democrazia.
Ascoltando le parole di Rampini, Formigli resta in silenzio ma in qualche passaggio sembra quasi masticare amaro. "Diamogli atto che sia sul fronte della conquista spaziale che sui satelliti di bassa quota lui doveva vedersela con dei giganti del capitalismo come la Boeing che erano molto più ricchi, molto più potenti e ammanicati con il potere politico a doppio filo - ricorda ancora Rampini, sottolineando il talento visionario di Musk -. Avevano dei contratti fatti dal Pentagono e della Nasa fatti su misura per loro con degli extraprofitti. Continuare a dire che Musk non è un genio, è solamente il demonio, ci impedisce di capire la dimensione reale di questo fenomeno". Soprattutto considerato che chi lo attacca è solito ritenere Soros un "filantropo", ignorando bellamente l'altro lato della medaglia: la sua attività da implacabile, e non certo disinteressato, speculatore finanziario.