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La femminista Natalia Aspesi pur di attaccare la Meloni diventa maschilista

Lucia Esposito
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Il settimanale femminile di Repubblica sceglie le sue ragazze del 2024. Ogni firma femminile racconta di una donna che ha lasciato un segno in questo anno che sta scivolando via pigramente dopo la frenesia dei giorni prenatalizi. In copertina, com’era prevedibile, troneggia la campionessa olimpica di pugilato, la combattente Imane Khelif. C’è poi Francesca Ghio, la consigliera comunale genovese che ha raccontato delle violenze subìte quando aveva dodici anni, ecco Plestia Alaqad, la giornalista e poetessa palestinese e poi di donna in donna, tra politica e sport, tra ambientalismo e neofemminismo, si arriva all’ultima ragazza dell’anno.

Il ritratto più importante è affidato alla firma per eccellenza, quella di Natalia Aspesi, la femminista che negli ultimi tempi ha lanciato più di uno strale contro il neofemminismo e certe sue battaglie così politicamente corrette da diventare sempre più evanescenti. Quale ragazza sceglie la Aspesi? Elly Schlein o Ilaria Salis? Nessuna delle due. Suo malgrado elegge a ragazza dell’anno lei, Giorgia Meloni. Sotto il titolo «Ma ahimé è lei che comanda» e attorniato da fotogrammi che riproducono come in un timelapse il volto della premier con lo sguardo ora spiritato ora spento, con la bocca ora semiaperta ora spalancata e con l’espressione perennemente arcigna, nel suo articolo Aspesi spiega le ragioni per cui la sua scelta non poteva che cadere su Meloni.

 

 

 

Le riconosce che resta la prima donna presidente del Consiglio dei ministri, «la prima donna a prendersi l’ambito ruolo che tutti si immaginavano di sinistra, proprio quella sinistra che, presa dal fare presidenti di grandi gruppi queer o lgbtq+, ha poi spinto a votare furibondi Fratelli d’Italia». Giorgia Meloni che «si veste male, anzi malissimo» (ahia, niente armocromista...). Giorgia Meloni che «fa venire i brividi come fosse il Fantasma dell’Opera e di cui abbiamo quasi paura». Giorgia Meloni che «è purtroppo carina». Colpisce che una donna attenta a certi temi come la Aspesi giudichi Meloni esattamente come farebbe un maschilista qualunque e cioè da come si veste, dal suo aspetto fisico e dalla sua vita privata. Giorgia Meloni viene accusata di essersi circondata da persone sbagliate, unico sconto è la scelta di Pietrangelo Buttafuoco alla Biennale di Venezia che - guarda un po’ - ha sparigliato tutto nominando Koyo Kouoh «giovane e bella ragazza nera che viene dal Camerun prima curatrice donna della Biennale Arte 2026».

La giornalista si domanda, tra rassegnazione e stupore, quanto governerà ancora questa ragazza di 47 anni che a gennaio ne compirà 48 «che ai miei lontanissimi tempi sarebbe stata di “mezza età”, quasi anziana, mai uno sguardo lubrico maschile o altro su di lei». Come a dire: la chiamiamo ragazza ma è quasi sulla via del tramonto ed è così poco attraente che nessun uomo la guarda con occhi voluttuosi. Si domanda quanto tempo ancora resterà al potere. Al momento- riconosce la Aspesi – non ci sono segni di cedimento e la “ragazza” consolida la sua posizione. Ma siccome è «purtroppo carina», dopo essersi «liberata del bel giovane molto grazioso e padre della sua figliolina», ecco potrebbe capitarle che «si innamori di uno dei potenti che la circondano e finalmente se ne andrà».

 

 

 

Bisogna sperare che Giorgia si innamori della persona sbagliata perché liberi la poltrona che occupa dopo regolari elezioni. C’è qualcosa - anzi molto - che non torna in tutto questo, c’è un accanimento contro la donna prima che contro la politica e colpisce che, ancora una volta, arrivi da una donna, una femminista. Ma si sa, per loro Giorgia è meno donna delle altre. È di destra. 

 

 

 

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