Gianfranco Fini al super, l'anziana lo fulmina: "Ah Nando, ma lo hai visto quello?"
Una intervista fiume, quella che Gianfranco Fini ha concesso a Salvatore Merlo, vicedirettore de Il Foglio. L'ex presidente della Camera, il delfino politico di Silvio Berlusconi protagonista della più clamorosa rottura in diretta di sempre (il mitologico "Che fai mi cacci?") ha attraversato un decennio di silenzio, lontano dalla ribalta, superato dalla svolta sovranista della destra italiana e dai problemi giudiziari legati al cognato Giancarlo Tulliani e dalla famigerata casa di Montecarlo. Oggi, a 72 anni, l'ex leader dell'ultimo Movimento Sociale e fondatore di Alleanza nazionale può a buon diritto essere annoverato tra i padri nobili del centrodestra e del conservatorismo italiani, dimenticate le polemiche con il Cav.
In tutto il lungo colloquio, l'erede di Giorgio Almirante regala giudizi significativi sia su Berlusconi ("Per lui governare e comandare erano due sinonimi. Io e lui non potevamo convivere"), su Giorgia Meloni ("E' tutta politica, dalla testa ai piedi. Nel senso migliore del termine"), su Elly Schlein ("L'avversaria ideale di Meloni? Gli avversari sono quelli capaci di diventare tali") e sul Pd ("Oggi come allora quelli di sinistra continuano ad avere lo stesso vizio: delegittimano") ma paradossalmente uno degli aneddoti più clamorosi è quello che riguarda proprio lui, Gianfranco. Esilarante, e illuminante, risalente a qualche anno fa.
"Ho preso atto di aver sbagliato": Gianfranco Fini, parole clamorose su Giorgia Meloni
"Un giorno vado al supermercato, da solo. Che per me era quasi un luogo mitologico, non ci mettevo piede da quarant’anni. Quindi stavo lì in questo supermercato con la gioia quasi infantile di chi scopre assolute novità: il carrello. Mi divertivo a riempire il carrello. A un certo punto, tra gli scaffali, incrocio una coppia di anziani. Ha presente la sorella di Aldo Fabrizi?”. La signora era uguale a Sora Lella, "mentre il marito era più anziano con un apparecchio amplifon e l’antennina all’orecchio. Insomma a un certo punto ci scontriamo con i carrelli, io e la signora. E lei prende a fissarmi. Mi inchioda con lo sguardo e non muove un muscolo. Non sorride. Non si arrabbia. Non manifesta alcun tipo di sentimento".
"Allora nemmeno io sorrido, non parlo, semplicemente indietreggio e mi allontano col carrello. Appena sono un po’ distante, avverto la voce molto alta della signora rivolta al marito sordo: ‘Ah Nando, ma hai visto chi c’è? Nun me ricordo che film ha fatto quello là’”. Sic transit gloria mundi, commenta giustamente sarcastico Melo: "Uno può chiudere i conti con la storia del ventennio mussoliniano, fare Fiuggi, recarsi in Israele e dichiarare che il fascismo fu il male assoluto... ma alla fine: ah Nando, ma che film ha fatto questo?".