Coronavirus, Giulio Gallera: "Siamo al limite, ma continuiamo a resistere", l'attacco all'Ue
Giulio Gallera, avvocato di 50 anni, forzista, dal 2016 assessore al Welfare della Regione Lombardia è a capo dll' unità di crisi del sesto piano del grattacielo regionale, a elaborare dati e strategie, spostare personale e pazienti, creare posti in terapia intensiva durante l'emergenza del coronavirus. "Il nostro servizio sanitario da tre settimane fa cose incredibili e non so quali altre Regioni o Paesi ci sarebbero riusciti. Stiamo resistendo, è sempre più difficile. Il Governo ci ha chiesto di aumentare del 50% i posti di terapia intensiva, siamo partiti da 724 e ora siamo a 1.200, un incremento del 65%. Il 10% dei malati è uscito dalla terapia intensiva, il 10% è morto, gli altri ci rimangono due-tre settimane. Stiamo facendo uno sforzo titanico, ma è chiaro che i nostri ospedali stanno arrivando a saturazione", spiega in una intervista oggi al Giorno.
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"Due volte ho sbottato in 24 giorni, la prima quando è stato messo in discussione l' operato del personale dell' ospedale di Codogno (da parte del premier Giuseppe Conte, ndr), l' altra adesso sulle mascherine in panno da polvere: devo difendere le donne e gli uomini che si dedicano ai malati Covid, un compito estremo anche psicologicamente. Il ministro Boccia dice che ci hanno mandato 500mila mascherine in 23 giorni, in Lombardia ne consumiamo 300mila al giorno: forse non c' è comprensione della guerra che stiamo combattendo qui. Dopodiché andiamo avanti, siamo sulla stessa barca. Infine manca dall' inizio una regìa europea. Forse ora qualcosa può cambiare, l' Europa può dimostrare la sua forza per gli approvvigionamenti, il sostegno economico, una gestione dell' emergenza e del dopo, perché per sei mesi/un anno servirà attenzione agli spostamenti. Lo dico da liberale ed europeista convinto: è l' ultima occasione che ha l' Ue per dimostrare di non essere solo quella che impone sacrifici. Per comportarci come un grande continente".
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