Giovanni Toti: "Io calato dall'alto come tutti"
L'ex direttore del Tg4 ricorda a quanti nel partito hanno mal digerito la sua nomina che Berlusconi ha fatto sempre così
"Prima si va al voto e meglio è". Giovanni Toti, con quattro centimetri di girovita in meno, dopo l'investitura di Silvio Berlusconi in una beauty farm come consigliere politica parla al Corriere della Sera del suo ruolo all'interno di Forza Italia e prova a smorzare le polemiche sulla sua nomina. Toti chiarisce che a lui "degli incarichi non gliene frega niente". "Mi interessa esserci", puntualizza, "quando Berlusconi chiede di far entrare aria fresca in un partito che deve competere con il Pd che il suo cammino di rinnovamento lo sta facendo a grandi passi". E comunque, parlando della sua nomina e della nuova classe dirigente che ha sollevato parecchi malumori nel partito azzurro, ci tiene a sottolineare che la gestione del partito da parte di Berlusconi non è diversa dal passato: "L'ultimo congresso di FI si è tenuto nel ‘98, i parlamentari sono stati eletti con il Porcellum, tutte le scelte in tutti i ruoli sono state di Berlusconi e solo sue ed è lui il motivo per cui il 95% degli elettori ha sempre scelto Pdl o FI. Ricordo infine che all'ultimo Consiglio nazionale a lui sono stati dati tutti i poteri: mettere le sue scelte in discussione oggi non mi sembra nè logico nè generoso". Poi chiarisce: "Io non voglio rapportarmi agli altri come vice Berlusconi, vorrei essere la persona che coagula una squadra che affiancherà Berlusconi nella costruzione della proposta politica da offrire al Paese". No alla De Girolamo - Riguardo alla possibilità che Nunzia De Girolamo possa rientrare in Forza Italia dopo le dimissioni da ministro, Toti è categorico: "Non è all'ordine del giorno, non vedo per quale motivo politico ad oggi dovrebbe avvenire". Poi l'affondo: "Nel Ncd hanno sbagliato moltissimo: umanamente, rompendo con Berlusconi in un momento drammatico dopo che lui aveva dato loro tutto; politicamente, perché hanno indebolito la posizione dei moderati nel governo; strategicamente, visto che con l'accordo Renzi-Berlusconi si va verso un inevitabile e forte bipolarismo". Un governo di scopo con Renzi - Toti spara poi a zero sul governo di Enrico Letta. "Questo governo non è in grado di dare risposte al Paese", tuona l'ex direttore del Tg4, "con una legge di Stabilità timida e inefficace, con un caso al giorno, con dimissioni di ministri, guerre intestine del Pd e il dubbio se Renzi lo appoggi davvero. Ogni mese è un mese perso". La soluzione migliore, per Toti, "sarebbe un governo di scopo per fare la legge elettorale: si vota e chi vince imposta e fa le riforme, a partire da quella del lavoro". Un governo di scopo con Renzi premier: "Abbiamo fatto un governo con un esponente del Pd una volta, non sarebbe un problema una formula di questo tipo, se l'obiettivo è chiaro".