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Minzolini contro Cicchitto: "Sei ridicolo"

Augusto Minzolini e Fabrizio Cicchitto

Il senatore di Forza Italia replica all'esponente di Ncd: la battaglia tra i due continua

Andrea Tempestini
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Botte da orbi tra Fabrizio Cicchitto e Augusto Minzolini. Il primo, alla vigilia di Natale, era stato indicato dal secondo come protagonista di uno telefonata furiosa con Angelino Alfano. Quindi, Cicchitto, si era "vendicato" bollando come "ridicola e grottesca" la protesta di Forza Italia, il boicottaggio televisivo del discorso di fine anno di Giorgio Napolitano. Ora la scontro tra lo "strappista" Cicchitto e il "lealista" Augusto si arricchisce con una lunga, e tagliente, replica dell'ex direttorissimo. "Non varrebbe la pena neppure di replicare all'onorevole Cicchitto - esordisce -, ma per generosità tentiamo per l'ennesima volta, probabilmente invano, di aprirgli gli occhi: qui, di ridicolo, c'è solo la linea politica assunta da lui e dai suoi". "Ma quali sacrifici?" - Il senatore di Forza Italia - non ne ha mai fatto mistero - apprezza ben poco l'iniziativa politica di Alfano, il Nuovo Centrodestra. Minzo continua parlando di una "linea politica fragile e miope. Una linea che induce il Nuovo Centrodestra a sostenere un governo che piace a un italiano su cinque. Che costringe Alfano e soci a subire il sarcasmo del leader del Pd, cioè del loro maggiore alleato, che un giorno sì e un altro pure dichiara che si vergogna ad avere a che fare con loro. Né l'onorevole Cicchitto - riprende l'attacco - ci racconti che lui e i suoi compagni di avventura si stanno sacrificando per il bene comune, che la loro è un'assunzione di responsabilità. E' una retorica falsa - sbotta il Minzo - che possono usare con il Colle, ma non con il Paese: questo governo è inerme di fronte alla crisi economia. Riesce solo a far marchette e spesso le fa male". "Mezzo suicidio" - La tirata dell'ex direttorissimo prosegue: "A ben guardare, quindi, tutti si riduce a un tentativo di conservare la propria poltrona. Desiderio legittimo nella logica delle vecchie nomenklature, ma drammaticamente insostenibile in un presente così drammatico. Comprendo che perquella classe dirigente che arriva direttamente dalla prima Repubblica questo può essere un epilogo accettabile, ma per quei pochi che nel Nuovo Centrodestra hanno 30, 40 o 50 anni è un mezzo suicidio". Per Minzolini "sacrificare il futuro per un presente inglorioso è una vera follia. Per cui nessuno chiede ad Alfano di tornare, in ginocchio, cospargendosi il capo di cenere. Anzi. Resti in piedi, ma abbia il coraggio di riparare a un errore di valutazione".

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