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Renzi e gli affari con Dotmedia, la società dove lavora il cognato

Matteo Renzi visto da Benny

Il sindaco ha rapporti con una società che organizza eventi per il Comune di Firenze, la Dotmedia dove lavora anche anche Andrea Conticini, marito di Matilde Renzi...

Ignazio Stagno
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Tutto in famiglia. Matteo Renzi ama fare affari con le sorelle e soprattutto con i suoi cognati. Il rottamatore, come racconta il Tempo, ha affidato ad Alessandro Conticini il 20 per cento di Dotmedia, una sociatà di comunicazione che tra le altre cose gestisce il sito matteorenzi.it e dal 2009 lavora col Comune di Firenze. Le quote di Dotmedia sono così rapartite:  Lilian Mammoliti è socia al 50 per cento, Davide Bacarella al 10 per cento e Alessandro Conticini al 20 per cento, poi c'è un altro 20 per cento che è nelle mani di Matteo Spanò. Tra gli eventi organizzati dalla Dotmedia per Firenze c'è anche la "Notte Tricolore" del 2011. Fin qui i fatti. La società dove lavora il cognato - Ma in Dotmedia lavora un altro Conticini, Andrea, marito di Matilde Renzi, sorella del sindaco di Firenze. La società del fratello del cognato di Renzi, come racconta il Giornale, è nata poco prima dell'elezione a sindaco di Renzi, e negli anni seguenti ha prosperato anche grazie all'amministrazione comunale da cui, stando alle interrogazioni presentate dall'opposizione, ha incassato tra 2009 e 2011 oltre 200mila euro. Insomma, di sicuro con Matteo a palazzo Vecchio il la Dotmedia non ha avuto problemi di lavoro. Tutto in regola, va precisato, ma di certo la Dotmedia non era l'unica agenzia di comunicazione in grado di organizzare eventi per il Comune di Firenze.  La replica - In a questo all'articolo del 27 dicembre, notizia apparsa su Il Tempo e il Giornale, poi ripresa da questo sito, riceviamo e pubblichiamo dall'avvocato Luca Mirco la rettifica della Dot Media s.r.l. :"La presente in nome e per conto di Eventi6 s.r.l. e di Dot Media stigmatizza la confusione tra personaggi politici ed attività delle società che sono del tutto scollegati tra loro e di cui la redazione non ha in alcun modo inteso e verificare la veridicità abbia creato gravi danni alle mie assistite". 

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