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M5S, Grillo contro Gramellini: "Quante bugie da Fazio su Renzi e 5 Stelle"

Dopo Oppo e Battista, Beppe mette alla gogna l'editorialista de La Stampa. La sua colpa? Fare propaganda pro segretario Pd

Giulio Bucchi
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A dare troppi meriti a Renzi alla fine si finisce alla gogna. Lo ha capito a sue spese Massimo Gramellini, editorialista della Stampa nominato "giornalista del giorno" da Beppe Grillo. Gramellini si è aggiudicato il premio, riservato alle penne più invise e sbeffeggiate dal popolo del Movimento 5 Stelle, grazie alla sua performance da Fabio Fazio domenica sera a Che tempo che fa. Il sabaudo fustigatore radical chic ha ricostruito a modo suo, e un po' con l'accetta, la figuraccia fatta dal Pd in Parlamento sull'emendamento su slot machines e videopoker. "Nembo Kid Renzi - è la versione di Gramellini - è subito intervenuto, questa settimana sembrava un portiere: parava tutti gli autogol. Ha ordinato a tutti i parlamentari di mettere rimedio alla porcata e l'emendamento è stato cancellato". Peccato, ricordi Grillo, che le cose siano andate un po' diversamente: "Il 18 dicembre 2013 - scrive il comico politico - Endrizzi, cittadino portavoce del M5S al Senato, in occasione della discussione sul decreto Salva Roma ha denunciato l'emendamento vergogna del pdexmenoelle contro i comuni virtuosi che penalizzano le slot machine. Il Pd al Senato, e non alla Camera come dice Gramellini, nonostante la denuncia di Endrizzi ha votato a favore dell'emendamento, che è passato". Renzi, in qualità di segretario del Pd, sarebbe intervenuto solo in un secondo momento: "Il polverone mediatico sollevato grazie al M5S ha costretto Renzi a intervenire e il Pd ha messo una toppa dopo 3 giorni, non subito come propaganda Gramellini in diretta televisiva". Grillo, col dente avvelenato, contesta a Gramellini di "non aver citato il M5S", ricordando come "il pdexmenoelle neppure qualche mese fa ha votato contro la mozione M5S che cancellava il condono di svariati miliardi di euro ai signori delle slot". Tutto giusto, ma a onor del vero va anche ricordato che senza l'intervento di Renzi sui suoi onorevoli i 5 Stelle avrebbero potuto fare ben poco, essendo in minoranza e fuori da ogni tipo di rapporti politici con le altre forze parlamentari. Alla fine della querelle cosa resta, dunque? Grillo ha alzato la voce da par suo, sul blog, rivendicando un onorevole "date a Cesare quel che è di Cesare" che poco cambia la sostanza. E Gramellini, dal salotto progressista di Fazio, se ne esce con una bella candidatura tra i giornalisti additati al pubblico ludibrio dai grillini: dopo Maria Novella Oppo (l'Unità) e Pierluigi Battista (Corriere della Sera), tocca a lui. Non c'è che dire: un anti-pantheon sempre più largo. 

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