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Da Franceschini a CastagnettiEcco tutti quelli che sognanodi prendere il posto di Napolitano

Pierluigi Castagnetti e Dario Franceschini

Nel caso il Parlamento non riuscisse in tempi brevi a fare una nuova legge elettorale Re Giorgio si dimetterebbe. E già c'è chi si muove per succedergli

Nicoletta Orlandi Posti
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Giorgio Napolitano l'ha detto: nel caso in cui i partiti non riuscissero a partorire una nuova legge elettorale lui si dimetterebbe. L'ha detto nel tentativo di dare una scossa al Parlamento sapendo, per esperienza personale (è stato richiamato al Colle per questo) che trovare i numeri necessari per eleggere il suo successore non è così facile. In realtà non è così impossibile fare un nuovo presidente, basta trovare un accordo. E pare che le grandi manovre siano già cominciate. Nel retroscena del Fatto c'è già una lista di candidati pronti a prendere il suo posto. Tra i papabili c'è Pierluigi Castagnetti, padre nobile del cattolicesimo democristiani, ultimo segretario del Partito Popolare, bipolarista, uscito di scena con eleganza, ma sempre presente agli appuntamenti importanti facendosi sentire quando serve: un esempio su tutti il suo endorsement per Matteo Renzi. Poi c'è Dario Franceschini: cattolico, ex popolare, bipolarista all'occorrenza, il ministro dei Rapporti con il Parlamento è quello che tesse le tele essendo uno dei più abili a tenere insieme esigenze e poteri diversi. Lo dimostra il fatto che è al governo con Letta, ma è anche salito sul carro di Renzi.  Ma chi vorrebbe salire al Colle più di tutti e indossare la corona di Re Giorgio è Romano Prodi. Le sue mosse, passate sotto la lente da Wanda Marra, sono eloquenti. Il prof ci ha tenuto a ribadire che lui la tessera del Pd non la prende: è fuori dai giochi, o meglio al di sopra, proprio come viene richiesto a un presidente della Repubblica. Non solo. Spera in un risarcimento per quella corsa al Colle affondata dai 101 traditori che con i nuovi equilibri non sono più in grado di nuocere. La sua decisione di andare a votare per le primarie "in nome del bipolarismo" lo ha infatti fatto schizzare in pole position nel gradimento di Renzi: la scelta di non disertare i gazebo ha dato la scossa finale alla partecipazione. Da parte sua Renzi ha fatto capire che Prodi non gli dispiace: l'elezione per la vicepresidenza dell'Assemblea del Pd di Sandra Zampa (ex portavoce del Prof) è un chiaro segnale.  Più distaccati nella classifica dei papabili ci sono Sergio Mattarella, giudice costituzionale, Guido Rossi, già presidente Telecom, Consob e Montedison, e Guido Tabellini, economista, ex rettore della Bocconi. Secondo il Fatto potrebbero tornare in gara, seppur in posizione sfavorevole anche Stefano Rodotà e Mario Monti. Definitivamente fuori gioco invece Massimo D'Alema e Giuliano Amato, anche se quest'ultimo come giudice della Consulta potrebbe avere ancora qualche chance. Enrico Letta? Non ha l'età: compie 50 anni il 20 agosto del 2016.

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