E' Napolitano il grande sconfitto delle primarie Pd: addio alle larghe intese
Sulla fiducia di mercoledì il Presidente sta tranquillo, ma non è detto che Renzi accetterà di starsene buono fino al 2015
Il grande sconfitto delle primarie del Pd è Napolitano: il 70% dei consesi a Renzi sono un colpo di grazia per il sistema che Re Giorgio ha messo su. Con Matteo Renzi segretario del Pd, non solo ha subito un epocale colpo di spugna il gruppo dirigente di Sant'Andrea delle Fratte, ma naufragano miseramente i sogni del presidente della Repubblica che con le larghe intese voleva arrivare alla fine naturale della legislatura. Il rottamatore, fa notare il Fatto, farà infatti di tutto per tenersi a distanza dal Quirinale e smarcare un partito da due anni, cioè dal novembre 2011 del governo Monti, sotto schiaffo dal capo dello Stato. Il gioco dei poteri morti - Il coccodrillo per le larghe intese di Napolitano lo ha scritto anche Colin Ward (special guest: Pippo il Patriota) su Dagospia. "La guerra tra il Principino Matteo e il vecchio Re Giorgio è inevitabile e spiega molti imbarazzi di oggi da parte dei Poteri Marci e delle loro protesi di carta stampata, combattuti tra l'esigenza di non giocarsi i favori di Napo Orso Capo e l'innata vocazione a salire sul carro del vincitore. Al gioco dei poteri morti, Re Giorgio è il vero, grande sconfitto di ieri perché il primo partito italiano non è più in mano a gente disposta a baciargli la pantofola". In ogni caso non servirà aspettare più di tanto. Su legge elettorale e "bipolarismo", che poi vuol dire liberarsi il prima possibile di questo governino inciucista e di Corte, si vedrà subito quanto è cazzuto il rottamatore. La prima volta dal 2007 - Sulla fiducia di mercoledì Napolitano può dormire sonni tranquilli, ma non è detto che Renzi accetterà di starsene buono fino al 2015. Su questo punto il neo segretario Pd è stato chiaro: "Il governo dura se fa le cose". Da parte sua Napolitano, dopo una notte di riflessione, questa mattina ha telefonato al rottamatore per complimentarsi della sua vittoria alle primarie e per ricordagli "l'importante impegno che lo attende". Un impegno davvero importante considerando che per la prima volta dal 2007 il Pd ha un segretario che non intende allinearsi ai dicktat del Colle. O almeno così dice.