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Dal Fatto altro fango sul Cav"Ecco il bunga bunga romano"

Marco Travaglio

Il giornale di Travaglio parla delle cene organizzate nel castello di Torcrescenza e denuncia: "600 mila euro pagati al nero"

Nicoletta Orlandi Posti
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Non è bastata la decadenza. Non è bastato farlo fuori dal Senato. La macchina del fango contro Silvio Berlusconi continua. Esauriti i racconti sui particolari morbosi delle cene di Arcore, il Fatto quotidiano oggi apre un altro fronte dove attingere aneddoti hot e gettare discredito sul Cav. A distanza di tre anni una fonte anonima racconta ai giornalisti di Travaglio quelle serate nel castello di Torcrescenza a pochi chilometri da Roma. Serate piccanti con ragazze belle, bellissime ("tra le più belle che abbia mai visto", dice la fonte sconosciuta) che arrivavano su due pulmini accompagnate da Lele Mora. Era l'estate del 2010 e secondo l'informatore del Fatto, che all'epoca frequentava e frequanta tuttora il castello di proprietà del barone Fabrizio Sardagna Ferrari, Berlusconi avrebbe affittato la tenuta per 11 mesi sborsando seicento mila euro "in nero" ai quali vanno aggiunti altri 100 mila euro versati con un bonifico, quindi regolari. Nel castello il Cav, secondo il racconto di "gola profonda", organizzava due tipi di cene: c'erano quelle serie e quelle che proseguivano fino alle quattro di notte con canti e balli alle quali partecipavano anche le ministre del Pdl. "Tutte loro", precisa la fonte. "Facevano sempre le cene. Lui arrivava per le dieci, poi arrivavano due pulmini verdi con i vetri neri. Uscivano le vamp che cantavano e cominciava la festa". Per le ragazze c'erano ogni sera 100 mila euro, e per i camerieri mance da 500 euro, continua l'informatore che sostiene comunque di non aver mai visto a Torcrescenza né Nicole Minetti, né Ruby. Ma c'era, secondo lui, come sempre Mariarosaria Rossi ex consigliere municipale di Roma ora deputata di Forza Italia e tra i più stretti collaboratori del Cav. Il giornalista chiede all'informatore chi c'era alle feste. E lui risponde: "Le feste erano organizzatre dalla Rossi, si sentiva tanto onorevole e senatrice. Lei era la capa e chiamava chi voleva. Facevano le cene qui, e cantavano tutti la canzone "meno male che Silvio c'è". Lui suonava il pianoforte. E' bravissimo". Poi un'altra domanda: "Veniva anche Mara Carfagna? Ci parlava?. La risposta della fonte: "Ma sì, anche con la Rossi".  Proprio la Rossi, scrive il Fatto a sostegno delle proprie tesi, che era stata intercettata mentre parlava con Emilio Fede e si lamentava per il "bunga bunga" di villa San Martino. Ma la stessa Rossi ha chiarito che si trattava di serate che si prolungavano dopo cena con un film o musica dal vivoe e, su Chi del 2 marzo 2011 ha ammesso che effettivamente si organizzavano serate al castello di Torcrescenza, ma ha precisato che si trattava di serate serie con tanto di foto pubblicate sul settimanale. Il Fatto sostiene di aver contattato via email l'avvocato Ghedini per una replica alla vicenda, "che al di là delle feste e delle donne, racconta di un importante pagamento in nero: 600 mila euro per l'affitto del castello. Ma nessuna risposta è arrivata". 

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