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Santoro: "Chiudetevi in Parlamento a fare la nuova legge elettorale. Oppure andate a quel paese"

Roberto Procaccini
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"Chiudetevi in Parlamento, con pochi viveri, e rimaneteci fino a quando non avrete partorito una legge elettorale. Altrimenti vi mandiamo a quel paese". Nel day after della bocciatura del Porcellum, Michele Santoro rivolge un vaffa a 360 gradi a tutte le forze politiche che siedono nelle istituzioni. Ai partiti che hanno segnato la seconda Repubblica, "che, mentre l'Italia aveva bisogno di riforme, facevano leggi utili solo a loro - denuncia il conduttore -, troppo spaventati dal calo di influenza che avevano nell'opinione pubblica". Ma un po' anche ai nuovi arrivati del Movimento 5 stelle: "Per una volta sono scandalosamente d'accordo con Giuliano Ferrara - ha detto Santoro nella copertina di Servizio Pubblico -: Grillo dice date il 51 per cento a me e governo, io; lo stesso dice Silvio Berlusconi, e ora - aggiunge - anche Matteo Renzi dovrà affermare la stessa cosa". Ma nessuno di loro, sostiene, "è in grado di assicurarsi questo risultato elettorale". I democratici abusivi - Santoro incassa l'incostituzionalità del Porcellum e punta l'indice contro le contraddizioni che vengono col verdetto della Suprema Corte: "Molti parlamentari eletti col premio di maggioranza non sanno che la loro nomina non è ancora stata ratificata - denuncia, riferendosi ai 148 parlamentari Pd eletti col premio di maggioranza -. Quindi se gli atti del voto sono validi perché antecedenti la sentenza della Corte Costituzionale, ora ci sono degli eletti nominati con una legge illegittima è assurdo che questi vengano certificati". Il fallimento del Quirinale - "Se le larghe intese fossero serie, il governo avrebbe dovuto per prima cosa fare una nuova legge elettorale", osserva il Teletribuno. L'ultima stoccata è per l'inquilino del Quirinale: "Napolitano prima o poi dovrà prendere atto che i meccanismi che ha innescato hanno prodotto un grande vuoto di legalità".

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