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Travaglio: la grazia a Berlusconie le cattiva lezione di Napolitano

Travaglio, vicedirettore del

Il vicedirettore del Fatto sottolinea come il Presidente che si è rifiutato di testimoniare non possa dare lezioni di diritto al Cav

Lucia Esposito
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S'intitola "Clemenza senile", l'editoriale di oggi martedì 26 novembre firmato da Marco Travaglio. Il vicedirettore del Fatto parte dalla situazione di Silvio Berlusconi, dal voto sulla decadenza in programma domani sera in Senato. Ma al centro del suo attacco odierno c'è Giorgio Napolitano e la sua "doppia faccia". Travaglio addirittura dà ragione al Cavaliere rispetto al comportamento tenuto dal Colle rispetto alla questione della grazia. Precisa a scanso di equivoci: "Non che ne abbia diritto. Anzi, nel suo caso la grazia non è ammissibile. sia per i numerosi processi che ancora pensono sul suo capo, sia perché sono trascorsi appena tre mesi dalla sentenza della Corte di Cassazione". Ma, osserva Travaglio: "peccato che Napolitano non abbia mai osato dirglielo fino a domenica sera".  Mistero Napolitano - Travaglio fa notare come il 13 agosto il Capo dello Stato, diramò "un mega-monito in cui spiegava le istruzioni per l'uso della clemenza lasciando intendere che il principale ostacolo alla grazia era il fatto che Berlusconi non l'aveva chiesta e comunque avrebbe potuto coprire solo la pena principale (quella detentiva) e non quella accessoria (l'interdizione dai pubblici uffici). Lo stesso Napolitano, rimarca Travaglio, defniì "legittimo il turbamento di Berlusconi  e la preoccupazione per la condanna a pena di detentiva di una personalità che ha guidato il governo e che è per di più rimasto leader incontrastato di una formazione politica di inengabile importanza. Cioè ammise che B. non è un cittadino come gli altri". Da qui l'osservazione: "Mai nella storia repubblicana e pure monarchica, un capo dello Stato aveva spiegato come ottenere la grazia a un tipo appena condannato". Ecco, Travaglio si chiede come mai Napolitano abbia "illuso" il Cav dal mese di agosto sulla questione della grazia, così come bisognerà capire "dell'altro inquietante tira e molla  ingaggiato da Napolitano con i giudici del processo Trattativa che l'hanno citato come teste sulle confidenze che scrisse di avergli fatto il consigliere D'Ambrosio". In pratica Travaglio ritiene che Napolitano debba spiegare perché si sia rifiutato di andare a testimoniare a Palermo. E chiude il suo editoriale con una considerazione su Napolitano: "Mentre dà lezioni di diritto al Cainano, il presidente farebbe bene a prendere qualcuna per sé". 

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