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Matteo Salvini al citofono, la signora contro gli spacciatori tunisini. Reazione: le sfasciano l'auto

Giulio Bucchi
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La signora Annarita Biagini ha dato fastidio. Prendendo Matteo Salvini sotto braccio e portandolo per un giro "panoramico" sul suo quartiere degradato, il Pilastro di Bologna, ha acceso un faro dove non doveva. Una piazza di spaccio dove i pusher vogliono continuare la propria attività al riparo dal clamore. Ed eccola la ritorsione: la sessantenne bolognese ieri mattina si è ritrovata la macchina con il parabrezza e i vetri laterali in frantumi. Un dispetto. Una intimidazione. Indagano le forze dell' ordine. D' altronde che il suo fosse un rione difficile, lo sapeva: «Io la sera, quando esco a portare il cane, tengo sempre la pistola in tasca. È regolarmente denunciata, mi dispiace ma è così», ha confessato al Corriere. «Vivo qui da trent' anni e le cose negli ultimi tempi sono solo peggiorate. Tutti sanno quello che succede ma nessuno parla, ho spesso denunciato queste cose alle forze dell' ordine», ha detto la donna mostrando un dossier con foto e segnalazioni sulle attività degli spacciatori. «Chiedo semplicemente di poter uscire di casa tranquillamente e qui da un po' non mi sento sicura». Dose letale - La signora Biagini ha una brutta storia alle spalle: «Mio figlio è morto di overdose a trent' anni, per questo combatto lo spaccio. In realtà lui era malato di Sla e purtroppo era tossicodipendente. Quando le sue condizioni erano peggiorate ha deciso di farla finita e lo ha fatto nel modo che conosceva, facendosi una dose letale». Lunedì sera la donna ha incontrato il leader della Lega e gli ha chiesto di seguirlo nel quartiere. Ha mostrato il citofono di un presunto pusher e Salvini ha suonato: «Scusi, suo figlio spaccia?». Quindi è scoppiata la polemica. Lui la mette in questi termini: «Babbo e figlio spacciano droga. Ecco perché ho citofonato a quella casa. Abbiamo segnalato a chi di dovere che spacciare droga alla luce del sole significa vendere morte. Mi sembra che sia incredibile che con tutti i delinquenti che ci sono a piede libero in Italia, come al quartiere Pilastro di Bologna (dove c' è anche tanta gente per bene), si perda tempo con Salvini». Quanto alla donna, Matteo ha aggiunto: «Ho avuto l' onore di incontrare una madre coraggiosa che si batte con una motivazione in più, perché ha perso un figlio di overdose: e su di lei la politica si divide, qualcuno arriva a fare polemica su di lei, ma noi siamo andati a disturbare la piazza dello spaccio». Leggi anche: "Scusi, lei spaccia?". Salvini citofona al tunisino: clamoroso blitz al Pilastro Ora, però, l' ex ministro dell' Interno rischia un' altra denuncia. Si tutelerà legalmente il ragazzo della famiglia tunisina a cui il Capitano è andato a bussare. Il diciassettenne, insieme al padre, ha preso contatti con l' avvocata Cathy La Torre, attivista per i diritti civili. L' ambasciatore della Tunisia a Roma, Moez Sinaoui, ha scritto una lettera alla presidente del Senato Elisabetta Casellati, esprimendo la sua «costernazione per l' imbarazzante condotta» del senatore leghista, che ha accusato «un privato cittadino di origine tunisina» di spaccio di droga. Il diplomatico ha definito quella di Salvini una «deplorevole provocazione senza alcun rispetto del domicilio privato» da parte di un «pubblico rappresentante dell' Italia», paese che vanta «un' amicizia di lunga data con la Tunisia». Le reazioni - «Suonare al citofono, accusare senza prove una persona: ricorda i momenti più bui dello squadrismo fascista», attacca il grillino Nicola Morra, presidente della commissione nazionale Antimafia. Un altro Cinquestelle, il consigliere regionale lombardo, Marco Degli Angeli, si è presentato in via Bellerio 41, quartier generale della Lega, per suonare al campanello e chiedere indietro i famosi 49 milioni. Mentre la deputata Pd, Debora Serracchiani, condanna il gesto del leader del Carroccio: «Non si fa politica così. Noi dobbiamo dare l' esempio, non fare i bulli». Salvini incassa la solidarietà di Silvio Berlusconi: il leader della Lega, spiega il Cavaliere, «segue la sua natura e il suo stile che è un po' teatrale e provocatorio. La citofonata dell' altro ieri non mi dice nulla. Invece è molto grave che interi quartieri delle nostre città siano pervasi dallo spaccio della droga. Questa è una cosa di cui ci si deve assolutamente interessare». Per domani sera, intanto, i cittadini del quartiere hanno organizzato una «manifestazione pacifica per chi ama il Pilastro». L' appuntamento è nel giardino dove si trova la lapide che ricorda i tre carabinieri uccisi dalla banda della Uno Bianca il 4 gennaio 1991. di Salvatore Dama

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