Vincenzo Scotti: "Governo Conte senza una visione, rischiamo una crisi come nel 1992. Lo sa pure Mattarella"
"Io credo che l'attuale maggioranza di governo non sia consapevole del rischio che corre il Paese". Vincenzo Scotti, in una intervista a La Stampa, non è affatto rassicurante sul futuro del Paese. L'ex ministro Dc, protagonista della Prima Repubblica, ora Link University (vicina al M5s), dice: "Io non dirò mai 'quanto eravamo bravi noi', ma attenzione perché se le forze politiche non ritrovano visione, valori condivisi, l'Italia rischia una crisi di sistema, esattamente come nel 1992. Una crisi che segnò un passaggio traumatico nella storia della Repubblica". Leggi anche: "Salvini e Paragone hanno già scattato il selfie". Questione di giorni? Da Forza Italia bomba sul centrodestra E Giuseppe Conte, continua Scotti, "deve stare molto attento a non apparire velleitario, provando invece ad essere costruttore. Se si preoccupa di tutelare solo se stesso, rischia di perdersi. Se è pronto anche a mettersi in discussione, poi verranno a cercarlo". Le forze politiche del governo giallo-rosso "si inchinano alle sardine di turno, con il retropensiero (pur dicendo il contrario) di metterci il cappello sopra, ma poi quando arriva il momento di dire la loro sulle questioni davvero importanti, non si sbilanciano. E invece, o convergono su alcuni valori essenziali, o finisce male": Quindi ricorda "l'imbuto che paralizzò il pentapartito nel 1991-92: dopo il crollo del muro di Berlino, i primi effetti di Maastricht, Craxi spingeva per la Grande riforma e De Mita era contrarissimo. Si capì che non c'era più una ragione comune forte. Qualcuno di noi comprese che bisognava rispondere ad un mutamento epocale, a cominciare dal capo dello Stato Francesco Cossiga. Ma poi ci si trascinò stancamente e la Prima Repubblica crollò in pochi mesi". Oggi, conclude Scotti, "corriamo lo stesso rischio di mancanza di un disegno comune. Il presidente Mattarella ne è consapevole e quello è il senso forte delle sue parole".