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Schifani: "Berlusconi? Ora si pone il tema della successione"

Renato Schifani

Nicoletta Orlandi Posti
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"Purtroppo temo che tra poco il presidente Berlusconi, ingiustamente e comunque temporaneamente, non sia più candidabile. Ed è ovvio che si inizi a porre il tema della successione istituzionale, sebbene politicamente resti in campo. Perchè nessuno potrà togliergli il ruolo di leader storico del centrodestra italiano". Renato Schifani appena dimessosi da presidente Pdl del Senato, sfrutta la decadenza del Cav e tira la volata ad Angelino Alfano. Secondo l'esponente del Nuovo Centrodestra "Berlusconi vive un momento drammatico. Quale uomo, sottoposto a venti anni di persecuzione giudiziaria, non risentirebbe di questo maltrattamento psicologico? Umanamente lo capisco. Politicamente chi ha suggerito certe scelte se ne assumerà la responsabilità", dice Schifani. Ora, aggiunge, "si pone il tema della sua successione". Non si sente traditore - "Il 2 ottobre, se Berlusconi non fosse intervenuto in aula al Senato, avrei espresso la sfiducia al governo, sebbene lo ritenessi un errore. Ma ero capogruppo del Pdl e se mi fossi dimesso in quel frangente il mio gesto sarebbe stato un tradimento", racconta Schifani. "Purtroppo dal giorno seguente ci fu una accelerazione che faceva prevedere la rottura, perché si affermava l'automatismo tra la decadenza e la crisi del governo. Quella linea antagonista, dettata da figure del partito che non vengono dalla nostra storia, ha provocato il fallimento dell'ultima mediazione, che mi ha convinto a lasciare". Alle Europee "andremo da soli. Nessuna operazione con formazioni di centro. Se ci unissimo ad altri - spiega l'ex presidente di Palazzo Madama - perderemmo la nostra carica identitaria e la nostra spinta propulsiva che già si scorge sul territorio. Puntiamo a essere una forza che, attraverso la leadership di Alfano, lavori a costruire un grande centrodestra, in un percorso parallelo e competitivo con Forza Italia". Da soli alle Europee - Schifani ha poi ribadito che Ncd andrà da solo alle elezioni europee. "Nessuna operazione con formazioni di centro. Se ci unissimo ad altri - spiega - perderemmo la nostra carica identitaria e la nostra spinta propulsiva che già si scorge sul territorio. Puntiamo a essere una forza che, attraverso la leadership di Alfano, lavori a costruire un grande centrodestra, in un percorso parallelo e competitivo con Forza Italia"

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