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Sgarbi condannato: deve risarcire a Caselli 100mila euro

Riconosciuti i "danni morali" all'ex procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli, per quanto il criticò affermò nella sua trasmissione su Canale 5 nel 1995

Andrea Tempestini
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La sbroccata, per quanto stagionata - anzi stagionatissima - costa cara a Vittorio Sgarbi, professionista dello scontro televisivo. E proprio per un attacco in tv avvenuto nel 1995, ora il critico d'arte è stato condannato. L'accusa: "danni morali" nei confronti dell'ex procuratore di Palermo, Gian Carlo Caselli. Il risrcimento: la bellezza di 100mila euro, da pagare in solido con Rti, la società del gruppo Mediaset che gestisce Canale 5. Già, perché a distanza di 18 anni, la condanna arriva per quanto affermato da Sgarbi nel corso di una puntata della sua rubrica Sgarbi Quotidiani, andata in onda per la precisione il 7 aprile 1995. In quell'occasione, il critico lesse una lettera di un anonimo che sosteneva di aver raccolto una confidenza di don Pino Puglisi, il prete ucciso dalla mafia nel 1993. Il sacerdote gli avrebbe detto di essere turbato per le pressioni di Caselli affinché si "pentisse", denunciando i fatti di mafia di cui era a conoscenza, violando anche il vincolo del segreto confessionale. "Caselli - avrebbe aggiunto don Puiglisi - ha fatto di me consapevolmente un sicuro bersaglio". Caselli aveva poi negato le pressioni che gli erano state attribuite dall'anonimo, e aveva querelato Sgarbi per diffamazione a mezzo stampa ma il procedimento si è prescritto. Ma tramite l'avvocato Antonio Coppola, citò sgarbi in giudizio anche per danni morali, che gli sono stati riconosciuti ora, contestualmente all'assegno da 100mila euro.

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