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Mario Giordano, la verità impensabile su Gad Lerner: "Non voglio dargli questo dolore, ma..."

Giulio Bucchi
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I due insospettabili maestri di Mario Giordano? Sono stati Marco Travaglio e Gad Lerner. Accanto a due direttori come Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, a cui lo legano stima e riconoscenza, il conduttore di Fuori dal Coro e autentico "volto" dell'informazione in tv su Rete4 insieme a Del Debbio, Palombelli e Porro in una intervista a Italia Oggi ricorda i suoi inizi lavorativi, prima della fama raggiunta soprattutto con la tv.  Leggi anche: Giordano arriva al PalaDozza da Salvini e Borgonzoni, la sua ovazione "da Serie A" Si parte dal direttore del Fatto Quotidiano: "Ci siamo conosciuti a Torino, entrambi lavoravamo al settimanale cattolico Il nostro tempo. Poi Travaglio è diventato il corrispondente da Torino per Il Giornale di Indro Montanelli. E allora mi chiamava per le partite della Juve e del Toro. Lui, tifoso della Juve, scriveva della partita, a me, tifoso del Toro, toccava il cosiddetto spogliatoio". Sui rapporti attuali, Giordano si mostra abbastanza gelido: "Mah, ci sentiamo occasionalmente". La svolta arrivò nel 1997, quando Gad Lerner lo chiamò a Pinocchio. Uno dei big dell'informazione di sinistra maestro di un sovranista Doc come Giordano? "Non voglio dargli questa responsabilità e questo dolore - ironizza l'ex direttore del Tg4 -. Però lui mi ha dato una opportunità straordinaria. Ogni anno prendeva un giornalista del Giornale da mettere nella redazione della sua trasmissione televisiva, per avere un punto di vista particolare. E nel 1997, per Pinocchio, venni scelto io. Ma dovevo solo fare un lavoro dietro le quinte, compilare schede. Durante le riunioni di redazione, però, parlavo sempre, e questo non va e quello invece va, e alla fine Roberto Fontolan, il braccio destro di Lerner, disse: Per me tu funzioni bene in video. Non ci avrei mai pensato, con la mia voce e il mio fisico".

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