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Travaglio: "Alfano è come Scilipoti"

Travaglio, vicedirettore del

L'editoriale al veleno di Marco, mosso dal rancore contro Angelino: teme che con lo strappo Berlusconi diventi ancora più forte

Andrea Tempestini
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Angelino Alfano come Mimmo Scilipoti. Una frase di Alessandra Mussolini? No, di Marco Travaglio, che si risveglia falco e (un po') berlusconiano. Il pensiero di Marco Manetta viaggia sulla prima pagina de Il Fatto Quotidiano di domenica 17 novembre. Eloquente il titolo dell'editoriale: "Schifazzi&Alfapoti". Il vicedirettore scrive: "Che differenza c'è tra Alfano, Schifani, Cicchitto, Formigoni, Quagliariello, Giovanardi, Lupi & C, insomma il Nuovo Centrodestra, e Sergio De Gregiorio? Una sola: quelli hanno tradito gli elettori del Pdl (che votano Berlusconi, non certo loro) non per soldi ma per poltrone, mentre questo tradì Di Pietro e il centrosinistra per soldi e per poltrone". L'accusa - La tirata prosegue: "Che differenza c'è tra l'allegra brigata Ncd e Razzi&Scilipoti? Nessuna. Niente. Nisba. Nada. Razzi&Scilipoti, eletti nel 2008 con l'Idv (centrosinistra) per fare opposizione al governo Berlusconi, passarono col Pdl nel novembre del 2010 per fare da stampelle alla maggioranza divenuta minoranza dopo la defezione dei finiani". Travaglio, insomma, bolla Alfano come traditore. Ci va giù ancor più duro di Berlusconi e parla come i falchi del (fu) Pdl. "Hanno tradito una seconda volta il loro mandato elettorale - continua -, staccandosi dal Pdl dopo aver capito che le loro posizioni inciuciste erano minoritarie in Consiglio nazionale". Lo spauracchio - Certo, dopo le parole da falco, quasi da fedelissimo del Cav, Travaglio non perde occasione per sparare su Berlusconi, "l'ultimo che può scandalizzarsi", poiché "chi di tradimento ferisce di tradimento perisce". Poi ritorna su Alfano e Schifani (o meglio: "Schifazzi", ossia una fusione con Razzi), rinfacciando loro di aver sostenuto in passato i tre "lodi" giudiziari. Quindi la conclusione: "Quel che accadrà nei prossimi mesi è un film già visto nell'anno di Monti: B. passerà all'opposizione di un governo immobile". Si tratta, spiega Travaglio, "di uno spot permanente per B., che è già in campagna elettorale". E così "quando finalmente si voterà, B. risorgerà un'altra volta grazie a quelli che pensavano di averlo ucciso". E qui si capisce il rancore di Travaglio contro Alfano: Marco pensa che la mossa di Angelino, in definitiva, rafforzà ulteriormente l'ex premier. Un incubo (per lui).

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