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Gad Lerner, una drammatica resa a Salvini: "Chi erano quelli in piazza per lui". Trionfo leghista

Giulio Bucchi
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Se, sul treno da Milano a Roma, invece di insultarlo, qualcuno arriva a offrire un caffè a Gad Lerner, ne trae immediato beneficio anche l' analisi politico-giornalistica. Alla manifestazione unitaria del centrodestra nella Capitale, l' editorialista de La Repubblica rimane sorpreso dalla realtà di un «movimento reazionario, ma autenticamente popolare». Non è certo un complimento, dal suo punto di vista, ma nemmeno una scortesia.  Leggi anche: "Ma quali fascisti, è il vero Bel Paese". Bechis sbatte la verità in faccia a Lerner e Augias Intanto è iniziato un dialogo ravvicinato con un mondo di persone in carne e ossa, non con dei follower virtuali. A poco a poco, la puzza sotto il naso dell' intellettuale radical chic lascia il posto alla consapevolezza dell' esistenza di una classe dirigente e di una base elettorale fatta di consiglieri comunali della provincia lombarda profonda, del consenso dal basso di simpatiche signore marchigiane. Non hanno nemmeno bisogno di essere sdoganati, perché sono autolegittimati. È la maggioranza. Perfino lo slogan «Dio, Patria e famiglia», declamato dal palco di piazza San Giovanni dalla leader di Fratelli d' Italia Giorgia Meloni, lo aiuta a capire che lì si è riunita la «forza egemone di questo Paese». Demonizzare l' avversario ha ottenuto l' effetto contrario: lo ha fatto crescere. A sinistra rischiano di non accorgersene, ora che sono al potere e potrebbero finire per credere di essere al governo per diritto divino, legittimati dall' alto. Lerner avverte i compagni: «il malcontento della destra anti-tasse» li identifica ormai con «il POS e le manette».  di Andrea Morigi

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